Dramma hikikomori
La vita sociale con i suoi luoghi, riti, locali e piazze non è il mondo dei giovani che hanno difficoltà a relazionarsi con gli altri, fino a non uscire di casa. Il loro mondo è diametralmente opposto ed è quello definito dal termine giapponese hikikomori, «stare in disparte», comunemente in uso per descrivere le persone tra i 14 e i 30 anni che decidono di ritirarsi nella propria abitazione senza contatti con il mondo esterno. «Un disturbo adattivo sociale nel relazionarsi efficacemente con gli altri, che provoca ansia del giudizio e progressivo isolamento sociale. La dipendenza da Internet viene dopo». A evidenziarlo è lo psicologo Marco Crepaldi, specializzato in psicologia sociale con una tesi dedicata al fenomeno, a suo avviso ampiamente sottovalutato. Fondatore prima del blog www.hikikomoriitalia.it e poi (nel 2017) dell’Associazione omonima, che ha raccolto la richiesta di aiuto di più di 3mila genitori, sarà ospite domani al Vittoriale (alle 18, alla Nave Puglia) per il Festival GardaLo!, con un intervento dal titolo emblematico: «La società dell’ansia sociale. Dagli hikikomori agli incel: una generazione di giovani a rischio».
Oggi Hikikomori Italia vede agire oltre 50 psicologi convenzionati e altrettanti gruppi di genitori. «Offriamo un servizio di 5 colloqui gratuiti, finanziati con il 5 per mille: 8 richieste su 10 provengono ogni giorno da parte dei genitori – ha sottolineato Crepaldi –. L’età media di esordio del ritiro sociale è intorno ai 14 anni, mentre l’età media dei ritirati tra i 20 e i 25 anni, con picchi verso un’età anagrafica maggiore». L’hikikomori — le cui cause sono caratteriali, familiari, scolastiche, sociali — tende, dunque, a cronicizzare in assenza di interventi tempestivi. «Il problema è che riceviamo richieste da chi è isolato ormai da 5 / 10 anni. E si tratta nettamente più di maschi, tra il 70% e il 90%». Ci sono le premesse per chiedersi se potrebbero evolvere in incel (involuntary celibate, celibi involontari): «maschi eterosessuali che sperimentano profonde difficoltà nelle relazioni con l’altro sesso». Il secondo fenomeno di cui si sta occupando Crepaldi. «Parzialmente i due fenomeni sono sovrapponibili. Può darsi però che un incel abbia una vita sociale generalmente appagante, ma non riesca a sbloccare l’area affettivo-sessuale della sua vita. Gli incel hanno una bassa competenza relazionale con le donne. Le dinamiche psicobiologiche sono complesse. Si sta allargando la forbice tra uomini che sperimentano riuscita con le donne, per cui non vogliono essere monogami, e uomini che, al contrario, non riescono a sbloccarsi. Spesso le donne sono attratte dal carisma e dall’ambizione, aspetto che emerge da molti studi. Nei criteri di selezione sessuale, statisticamente gli uomini si focalizzano di più sull’aspetto fisico, le donne su quello psicologico».
Come la DAD di tipo pandemico ha influenzato l’hikikomori?
«Lockdown e DAD hanno spinto verso questa direzione chi aveva pregresse predisposizioni all’isolamento sociale. Chi vi era già dentro ha allentato l’attenzione sul problema e cronicizzato il suo status: abbiamo avuto un crollo di richieste di aiuto durante il primo lockdown. Chi era in una situazione precaria ha sperimentato la protezione del ritiro e ora fatica a tornare a una vita sociale libera».
Come ridurre l’abbandono scolastico? C’è un sistema scolastico funzionale a debellare in partenza l’hikikomori?
«Andrebbe eliminata la valutazione quantitativa, affiancando all’insegnante una figura psicopedagogica che si occupi delle dinamiche di gruppo. La scuola da sola non può debellare il fenomeno, ma oggi esistono già le leggi che consentono l’attivazione del PDP, Piano didattico personalizzato, nel caso in cui fosse manifestata una difficoltà a recarsi in aula. Il miglior sistema scolastico è quello finlandese, che pone al centro le life skills, fondamentali, e non prevede voti quantitativi e bocciature».
Quali life skills aiutano l’hikikomori?
«L’empatia, per ridurre il bullismo, e la gestione delle emozioni, proprio perché i maschi, in particolare, faticano a esprimere le proprie debolezze».
Marco Crepaldi, psicologo sociale e presidente fondatore dell’associazio ne nazionale «Hikikomori Italia», è tra gli ospiti della tre giorni di Festival GardaLo! al Vittoriale.