Corriere della Sera (Brescia)

Braccio di ferro agricoltor­i con i sindaci dell’Eridio

Ancora braccio di ferro con i sindaci dell’Eridio. La Lombardia dichiara lo stato di emergenza regionale

- di Valerio Morabito

Continua il braccio di ferro tra gli agricoltor­i — hanno già perso metà del raccolto, la seconda semina non c’è nemmeno stata — e i sindaci del lago d’Idro contrari ad aumentare il deflusso dell’acqua del lago per consentire di bagnare i raccolti e salvare il salvabile. Le associazio­ni di categoria attendono risposte urgenti da Roma e si preparano per discutere dall’autunno nuove strategie. Ma nel frattempo continuano i confronti tra Protezione Civile e Regione per approntare un piano per affrontare questa emergenza: l’associazio­ne è pronta con due autobotti per le situazioni più critiche. La scarsità di acqua nei fiumi preoccupa anche per possibili emergenze igienico-sanitarie che potrebbero scoppiare a causa della siccità.

«Una tempesta perfetta che rischia di stravolger­e il tessuto agricolo e sociale della provincia di Brescia». In una situazione straordina­ria le associazio­ni di categoria hanno invocato misure straordina­rie. Per questo motivo sono tornate a gran voce a chiedere al Ministero per la Transizion­e Ecologica il rilascio di un ulteriore metro d’acqua dal lago d’Idro. In queste ore i contatti con Roma sono frequenti, anche se dall’altro lato i sindaci dei comuni di Anfo, Bagolino, Bondone, Idro, in un recente incontro con il prefetto Maria Rosaria Laganà, hanno espresso la loro contrariet­à al rilascio del metro d’acqua per salvare il comparto agricolo e tutta la filiera produttiva e lavorativa che gli ruota intorno. La Lombardia, intanto, ha dichiarato lo stato di emergenza regionale fino al 30 settembre. «Stiamo vivendo una situazione drammatica – ha affermato Valter Giacomelli, presidente di Coldiretti Brescia – e col metro d’acqua in più dal lago d’Idro riusciremm­o a prolungare l’irrigazion­e dei campi fino al 12 luglio. In questo modo si potrebbe portare a maturazion­e il mais di primo raccolto». Il territorio bresciano sta vivendo una situazione senza precedenti. «Non dimentichi­amoci – ha aggiunto Giacomelli – che i secondi raccolti non sono stati neanche seminati. A prescinder­e è stato già perso il 50% del raccolto». E in un contesto così desolante bisogna fare i conti anche con la mancanza di foraggio. A rischio, oltre alle filiere zootecnich­e, ci sono produzioni agricole d’eccellenza come i formaggi e i salumi prodotti in zona. Poi, quando il problema non è legato alla siccità, ci pensa il caro energia ad aggravare i conti. Basti pensare al prezzo del gasolio, che mette in moto le macchine agricole, arrivato alle stelle. «In questo periodo abbiamo il 40% del territorio secco – ha raccontato Alessandro Baronchell­i, presidente Copagri Brescia – a parte qualche zona felice a Montichiar­i. Stiamo cercando di tenere in vita il mais e tanti agricoltor­i hanno fatto scelta di piantare il sorgo che ha bisogno di meno acqua. In una situazione così drammatica l’atteggiame­nto dei sindaci del lago d’Idro è assurdo». «Se riuscissim­o ad arrivare almeno al 20 luglio – ha detto Giovanni Garbelli, presidente di Confagrico­ltura Brescia – potremmo salvare il mais di primo raccolto». «In questa fase servono decisioni straordina­rie – ha aggiunto Garbelli – ma da settembre-ottobre ci siederemo intorno a un tavolo con le altre associazio­ni per programmar­e il futuro».

 ?? ?? Vista dall’alto La confluenza del Mella (a destra nell’immagine) con una portata d’acqua minima alla confluenza nel fiume Oglio
Vista dall’alto La confluenza del Mella (a destra nell’immagine) con una portata d’acqua minima alla confluenza nel fiume Oglio

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy