Corriere della Sera (Brescia)

Tesina sull’atomica presentata a Ghedi

- Manuel Colosio

Se presentare ad un esame di terza media una tesi sugli ordigni atomici è decisament­e inusuale, proporla davanti ad una base come quella di GhediTorre, che ne custodisce almeno 20, lo è ancor di più. Ilaria però non pare essersene curata, e con quella leggerezza tipica di una 14enne lo ha fatto davanti al telefonino del suo prozio, Don Fabio Corazzina, volto noto del pacifismo nazionale. Il video, pubblicato sui social, è diventato subito virale.

Ilaria, perchè hai scelto questo argomento per la tesi?

«Quando sentivo il TG che parlava di rischio atomico, mi sono chiesta cosa volesse dire così ho voluto approfondi­re il tema».

Come mai l’ hai presentata fuori dalla base di Ghedi?

«Perchè io sono di Castenedol­o, abito a pochi chilometri dalla base e so che all’interno si trovano almeno 20 nuove bombe atomiche polivalent­i B61-12, mi sembra il posto giusto».

Come hai sviluppato la tesina?

«Ho attraversa­to tutte le materie: italiano con la vicenda di Hiroshima, storia con la seconda guerra mondiale, arte con il Guernica di Picasso, musica con i canti di guerra, scienze parlando di mutazioni, tecnologia di centrali nucleari e matematica il raggio d’azione della bomba atomica, proiettand­olo sul territorio in cui vivo».

E cosa è emerso?

«Se sganciassi­mo una bomba come quella di Hiroshima sul centro di Brescia, verrebbe distrutta e ci sarebbero quasi 68 mila morti e 100 mila feriti. Sono dati ovviamente indicativi, ma se si pensa che a Ghedi ce ne sono almeno 20 e di potenza 4 volte superiore a quella di Hiroshima, non posso che essere preoccupat­a e mi dispiace che l’Italia non abbia firmato e ratificato il trattato Onu per l’abolizione delle armi nucleari».

Sei molto preparata, sarà andato bene l’esame, quindi?

«A dire il vero sono rimasta un po’ delusa, perché non c’è stato tempo per dire tutto».

Ad esempio?

«Avrei voluto parlare della campagna internazio­nale e anche di quella italiana “Italia, ripensaci”, per far cambiare idea al nostro paese e ratificare il trattato di non proliferaz­ione. Oppure raccontare la storia di Sadako Sasaki, sopravviss­uta a Hiroshima, ma morta di leucemia anni dopo, che ha seguito una leggenda giapponese realizzand­o in ospedale mille origami a forma di gru, in modo da realizzare il suo desiderio».

E il tuo desiderio?

«Voglio vivere in un paese senza bombe atomiche, che poi è anche il titolo della mia tesina».

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All’aerobase di Ghedi Ilaria con lo zio don Fabio Corazzina

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