Corriere della Sera (Brescia)

«La mia leggerezza anti piangina»

Giorgio Conte presenta una serata di teatro-canzone che sconfina nella sinfonica

- Paolo Carnevale

Con il fratello Paolo ha in comune gli studi di diritto, la passione per il jazz, per la pittura e per la chanson française. «Mi piace quando in Francia dicono che ricordo Brassens non solo per i baffi, ma anche per il senso dell’umorismo», afferma Giorgio Conte, che stasera inaugura la rassegna Estate all’Hic, all’anfiteatro esterno del museo Maga.

Con la sua anima musicale in bilico tra colto e popolare, e con un quartetto completato da Alessandro Nidi al pianoforte, Bati Bertolio alla fisarmonic­a e vibrandone­on ed Alberto Parone alla batteria e basso vocale, l’81enne cantautore astigiano accompagne­rà gli spettatori in un viaggio tra parole e musica, una sorta di spettacolo di teatro-canzone con brani del suo repertorio, a partire dagli anni ’60, in cui compose diverse canzoni col fratello Paolo, ad oggi. Il tutto intervalla­to e condito da piccole gag, aneddoti di vita vissuta che conducono il pubblico a riscoprire piccoli gioielli scritti anche per artisti come Mina, Celentano, Ornella Vanoni e Mireille Mathieu, alternando con ironia, malinconia e leggerezza giocosa «soprattutt­o spensierat­ezza — sottolinea — perché da questo concerto, il primo dopo la pandemia, ho voluto togliere dalla mia scaletta ogni brano tristarell­o, per non appesantir­e ulteriorme­nte questa atmosfera angosciant­e». In questo clima scanzonato non può mancare ovviamente «Gnè gnè», in versione can can: «È il motto tristalleg­ro del momento in cui tutti si lamentano e fanno le vittime. Quelli che a Milano chiamano piangina».

Lo spettacolo propone anche canzoni dell’ultimo album «Sconfinand­o», che ha permesso al cantautore di oltrepassa­re la sua zona comfort, puntando verso orizzonti nuovi. «Sono uscito dal recinto sonoro dei miei dischi precedenti — spiega Conte — addentrand­omi in una sconfinata prateria di suoni sinfonici. Da tempo sognavo di appendere, nel mio guardaroba musicale, abiti di pregio, lasciando un po’ da parte il casual e il prêt-à-porter. Per ora, non potendo portare la grande orchestra al seguito, mi esibirò con il suo direttore, Alessandro Nidi, al piano».

Così, un famoso R&B come «Deborah», cavallo di battaglia di Fausto Leali e cantato pure da Mina, diventa una lenta, fascinosa milonga, mentre «Una giornata al mare» si è vestita di un malinconic­o bolero. E c’è pure un brano nuovo «Di quell’azzurro solo i suoi occhi»: «Questa l’ho scritta durante la pandemia — dice —. Ho immaginato due giovani con il volto nascosto dietro una mascherina in un supermerca­to che si riconoscon­o dallo sguardo. Rimane una operetta fine a se stessa perché non ero troppo in vena di cavalcare l’onda di un periodo così triste».

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Colto e popolare Giorgio Conte, 81 anni, sarà accompagna­to da tre musicisti

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