Monte Rossa, 50 anni di Franciacorta
Nuova cantina di design e quasi totalmente interrata per l’azieda del Cabochon
Diamo subito atto a Emanuele Rabotti, gran patron di Monte Rossa, di avere confermato le sue visioni enoiche fuori dal comune: le cantine, con tutto il rispetto per chi le progetta e le costruisce, spesso sono identiche tra loro, senza spunti e sostanzialmente noiose. Quella nuovissima a Barco di Cazzago San Martino è spettacolare, tutta di design, quasi totalmente interrata per non essere invasiva. L’ha pensata Rabotti in persona. «Ho voluto che gli elementi chiave fossero tecnologia,
In famiglia eco-sostenibilità, bellezza. Ma per prima cosa, ho pensato all’ergonomia, perché chi lavora a Monte Rossa deve farlo al meglio, per valorizzarla. Sarà pulita, luminosa, silenziosa: nessun compromesso». In effetti, è così. Qui si celebra un anno storico: 50 anni fa, il padre Paolo e la madre Paola si trasferirono a Monte Rossa, nella villa posta sulla cima della collina di Bornato, e iniziarono a produrre il Franciacorta.
Sceglieva modelli del posto dove si trovava a dipingere, sicché ancora oggi qualche anziano riconosce se stesso bambino nel volto di un angelo o un giovane santo dipinto. Trainini era un artista totale: pittore, decoratore, ritrattista, mosaicista, intagliatore. La casa di Mompiano è lo specchio di questa versatilità: tutta pensata, fatta e realizzata da lui, per sé e la sua famiglia. «La casa — ha scritto Gigi Trainini — è stata per mio padre il libro su cui scrivere la sua storia più intima». Il figlio dell’artista ha già dichiarato al Comune l’intenzione munifica di regalare questo gioiello, di cui detiene la quota maggiore. Resterebbero da liquidare quote minori e la villa diventerebbe patrimonio della città. Né c’è il rischio che rimanga un museo morto. L’annesso brolo e la saletta a pian terreno si sono già rivelati spazi perfetti per piccoli concerti ed eventi culturali. La vivace comunità di Mompiano saprebbe garantire la vita di questo spazio magico. Ora servirebbe l’iniziativa della Loggia. Se non ora, quando?