Siccità, ora si spera nella pioggia
Dalla Provincia Sos al Governo e Regione: ci sono 30 milioni di mc d’acqua nelle cave, usiamoli
Tra oggi pomeriggio e l’alba di domani sono in arrivo forti temporali: le previsioni meteo parlano di 15 millimetri di precipitazioni, tanto quanto un mezzo turno irriguo, che calmerebbe in parte la grande sete dell’agricoltura, dove metà dei raccolti sono ormai persi e dove si cerca di salvare l’altra metà. Il meteo potrebbe far slittare di qualche giorno la decisione (in capo ad Aipo) di svuotare di più il lago d’Idro, scendendo 1,3 metri sotto il livello minimo. Ipotesi che fa infuriare tutti gli ambientalisti ai quali Coldiretti replica tacciandoli «d’egoismo». E salgono ad oltre 30 i comuni che hanno emesso ordinanze per limitare l’uso dell’acqua, la Provincia lancia l’idea di attingere i 30 milioni di metri cubi di riserve idriche delle cave di sabbia: ma serve un permesso ad hoc di Governo e Regione.
Oggi tutti avranno gli occhi rivolti al cielo. Agricoltori ma anche ambientalisti, sindaci dei comuni bagnati dal lago d’Idro, politici locali e funzionari dell’Agenzia interregionale per il fiume Po e del ministero dell’Ambiente. Perché è dal cielo che dovrebbe arrivare una parziale «tregua» alla siccità epocale che sta mettendo in ginocchio l’agricoltura lombarda, bresciana, italiana. Da pomeriggio fino a notte inoltrata sono previsti 15 millimetri di precipitazioni, che potrebbero anche — visto il caldo record — scendere sotto forma di grandine, aggiungendo una beffa dolorosissima ai danni biblici già patiti dal settore primario, che prevede un 40% di calo della produzione. Quindici millimetri di pioggia equivalgono a mezzo turno irriguo (quantificabile con un acquazzone da 30 millimetri), che basterebbe a non far morire il raccolto di mais soprattutto nella bassa orientale, quella bagnata dal fiume Chiese. Proprio l’attesa delle potenziali piogge potrebbero aver spinto l’Aipo a rinviare l’autorizzazione a prelevare 1,3 metri in più di lago d’Idro, garantendo quel minimo di risorse idriche necessarie a portare a termine la formazione delle pannocchie di granoturco, che sarebbe trinciato a metà luglio anziché essere portato a maturazione a fine agosto. La deroga per attingere più acqua dal lago sarebbe così rinviata di qualche giorno.
Un temporeggiamento che dovrebbe servire anche a calmare le tensioni tra agricoltori, mondo ambientalista e sindaci rivieraschi. Sindaci e ambientalisti sono fortemente contrari a far scendere il lago a quota 366 metri, come chiesto dalle associazioni agricole e dal consorzio del fiume Chiese il 23 maggio, ricevendo il placet del prefetto la scorsa settimana. Per la Federazione del tavolo delle associazioni che amano il fiume Chiese e il suo lago d’Idro con Gianluca Bordiga
in regia, non si può chiedere l’ennesimo sacrificio all’’Eridio: l’agricoltura deve sviluppare sistemi di irrigazione più innovativi che consentano di risparmiare la metà dei consumi idrici e non può basarsi solo sulla coltura del mais, troppo idrovoro. Dello stesso tenore anche la nota del Tavolo Basta Veleni firmata da Christiana Soccini: «il cambiamento climatico dovrebbe illuminare tutti sull’insostenibilità delle monocolture maidicole a fini zootecnici. Un settore redditizio quello zootecnico, ma dai costi elevatissimi per la collettività, ignorati nei fatti da politiche miopi». Il coordinamento Ambiente-Futuro Lombardia presieduto da Imma Lascialfari ha chiesto un incontro al prefetto affinché si tuteli l’aspetto ecologico di fiumi e laghi. Dall’altra parte il mondo agricolo risponde con un doppio ragionamento: è indubbiamente indispensabile adottare strategie di medio termine in grado di dare risposta ai cambiamenti climatici (bacini d’accumulo idrico, investimenti per irrigazioni a goccia o sotterranea) ma nel contempo va trovata una soluzione all’emergenza contingente: «Va approvata al più presto la deroga all’Eridio, come già fatto nel 2015, per poter salvare la metà del raccolto» commenta Valter Giacomelli, presidente di Coldiretti Brescia, che prosegue: «Non capisco davvero la ragione di certi egoismi esasperati: con il Co
vid e soprattutto con la guerra in Ucraina tutti dovrebbero aver capito l’importanza della produzione di cibo, messa a rischio da questa siccità. Si tratta di un aiuto emergenziale, limitato nel tempo». Intanto la Provincia lancia l’idea di usare i 30 milioni di metri cubi d’acqua disponibili in 100 cave per l’estrazione di ghiaia (metà ancora in funzione). « Per attingere in tempi brevi l’acqua serve una copertura giuridicoamministrativa che solo Regione e Governo, con provvedimenti d’urgenza, possono predisporre. La Provincia poi, d’intesa con sindaci e operatori, autorizzerà i prelievi» dice il vicepresidente Guido Galperti.