Omicidio Ziliani Il “trio criminale” si ritrova in aula Il 4 la decisione
La decisione del gup il 4 luglio. Nessuna richiesta di perizia
Il gup del tribunale di Brescia Gaia Sorrentino si è riservata di decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio di Mirto Milani e delle sorelle Paola e Silvia Zani, accusati dell’omicidio di Laura Ziliani, madre delle due ragazze. L’ udienza preliminare, iniziata alla presenza dei tre indagati che poche settimane fa hanno confessato, è stata aggiornata al 4 luglio. Durante l’udienza sono state affrontate questioni preliminari relative alla costituzione di parte civile dei fratelli, della mamma e della terza figlia della vittima.
Non si incontravano, tutti e tre, dallo scorso settembre. Era l’alba del 24 quando a casa di Silvia e Paola Zani arrivarono i carabinieri. Uomini dell’Arma contemporaneamente si presentarono anche a casa di Mirto Milani, fidanzato di Silvia, ma anche amante della sorella minore. Per il «trio criminale» — così la definizione usata dal gip nell’ordinanza di custodia cautelare — scattarono le manette per omicidio volontario e occultamento del cadavere di Laura Ziliani, mamma delle due ragazze, l’ex vigilessa di 55 anni scomparsa da Temù la sera tra il 7 e l’8 maggio e ritrovata parzialmente sepolta in riva all’Oglio tre mesi dopo, l’8 agosto.
Ieri mattina il «trio criminale» si è ricomposto in aula, davanti al gup chiamato a decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio. I tre giovani, chiusi nella «gabbia» riservata agli imputati, si sono scambiati qualche occhiata, cercando di non incrociare gli sguardi dei due fratelli della ex vigilessa di Temù e impiegata nel Comune di Roncadelle che, insieme alla madre e alla terza figlia hanno chiesto di costituirsi parte civile nel processo. In avvio di udienza sono state affrontate proprio le questioni preliminari relative alla costituzione di parte civile. I difensori delle due figlie e di Milani non hanno avanzato, per ora, alcuna richiesta di eventuali perizie per stabilire se i giovani — soprattutto Milani che manifesta intenzioni autolesionistiche — sia in grado di stare a processo.
Per ogni decisione il giudice ha rinviato l’udienza a lunedì prossimo. Altri sette giorni di attesa per i familiari di Laura Ziliani che chiedono giustizia, anche alla luce delle confessioni choc rilasciate dal «trio criminale» alla fine del mese scorso. Tutti e tre hanno chiesto di poter parlare con il sostituto procuratore, dopo aver visionato le prove raccolte dall’accusa nei loro confronti. Testimonianze, intercettazioni, sopralluoghi e accertamenti tecnici che hanno smontato tutte le bugie delle ragazze e del fidanzato di Silvia. Ogni loro affermazione è stata controllata minuziosamente e smentita. E allora ecco il loro racconto dell’orrore: Laura Ziliani era arrivata in valle per la festa della mamma, le figlie e il complice le hanno fatto bere una tisana con benzodiazepine, poi quando era addormentata «le abbiamo infilato un sacchetto in testa e abbiamo provato a strangolarla con una fettuccia», ma non ha funzionato. A quel punto Silvia e Mirto l’hanno strangolata.