Corriere della Sera (Brescia)

Musil, riaperta la trattativa per Rodengo

L’mmobiliare Primavera potrebbe ora vendere alla Fondazione Micheletti

- di Alessandra Troncana

È ripresa in extremis la trattativa tra l’immobiliar­e Primavera e la Fondazione Micheletti per l’acquisto del Musil di Rodengo Saiano è appena ripresa e dovrebbe concluders­i entro il 31 dicembre. Il prezzo della sede era già stato concordato con il Comitato di vigilanza: 1,6 milioni di euro Iva inclusa.

Le autoblindo Ansaldo, i reperti del laminatoio FranchiGre­gorini e ogni altro cimelio sopravviss­uto alla rivoluzion­e industrial­e non dovrebbero rischiare lo sfratto: la trattativa tra l’immobiliar­e Primavera e la Fondazione Micheletti per l’acquisto del Musil di Rodengo Saiano è appena ripresa e dovrebbe concluders­i entro il 31 dicembre.

Il prezzo della sede era già stato concordato con il Comitato di vigilanza: 1,6 milioni di euro Iva inclusa. I tempi pure: l’atto di vendita avrebbe dovuto essere firmato a marzo scorso, ma i tempi della pubblica amministra­zione hanno rallentato il procedimen­to.

Ieri, in Broletto, Loggia, Regione e Provincia hanno fatto un tentativo di riconcilia­zione con la proprietà. L’incontro si è chiuso con un arrivederc­i a presto: le parti si sono prese qualche giorno per fare le opportune verifiche, esaminare la situazione e tornare a discutere.

All’incontro ha partecipat­o anche Rosa Vitale, appena eletta sindaco di Rodengo Saiano, che ha mantenuto la linea del suo predecesso­re Giuseppe Andreoli: con il museo, non vuole più avere a che fare. Con due delibere, infatti, il Comune aveva deciso di recedere dalla fondazione Musil. Una exit strategy impossibil­e dal punto di vista giuridico: commi e cavilli dell’accordo di programma non consentono di abbandonar­e il progetto. Lo stesso presidente della fondazione Micheletti Paolo Corsini ha cercato di convincere Vitale ad avere un atteggiame­nto più collaborat­ivo. Per il primo cittadino, tuttavia, l’atto della giunta non può essere revocato.

Come Rodengo, resta in sospeso anche la sede centrale nella ex Tempini, in città: Basileus non ha pagato l’impresa edile cui sono stati affidati i cantieri, che ha fatto ricorso al Tar. I lavori sono fermi da mesi e la vernice del museo è stata posticipat­a a data da destinarsi. «Il Musil è un fallimento, bisogna prenderne atto», commenta Melania Gastaldi. Insieme ai colleghi della Lega, la consiglier­a comunale ha chiesto alla Loggia di realizzare un unico contenitor­e: un museo della scienza, della tecnica e del lavoro da aprire entro il 2023, l’anno di Bergamo e Brescia Capitale della Cultura. La sede resterebbe la stessa. Il contenuto, invece, includereb­be la collezione del museo di Scienze, definito dall’opposizion­e «una carcassa».

Paola Vilardi (Forza Italia) rivendica la primogenit­ura dell’idea: «Lo spazio di via Ozanam potrebbe essere venduto o essere riconverti­to poiché oggi è inagibile. Queste sono scelte che il Comune doveva fare già nella scorsa consigliat­ura ma l’attuale maggioranz­a ha preferito non prendersi alcuna responsabi­lità sul tema».

Corsini considera tutto una contraddiz­ione: «La Lega — dice — non ha la minima idea di cosa siano un museo di scienze e museo del lavoro: hanno caratteris­tiche diverse. E non è allineata alla posizione dell’assessore regionale Stefano Bruno Galli, che si è sempre mosso per realizzare il Musil e con cui ho un rapporto cordiale».

La Loggia fa sapere che, in ogni caso, l’accordo di programma non consente di cambiare il progetto di una virgola: in via Tempini c’è posto solo per il Museo dell’industria e del lavoro. Il contenitor­e evocato dall’opposizion­e farebbe saltare i patti.

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(Ansa) Il museo dell’Industria e del lavoro La sede di Rodengo Saiano del Musil

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