Platero Y Yo, quell’amicizia profonda con un asino
Un melologo, un poemetto, un connubio tra letteratura e musica, un’opera per voce narrante e chitarra di estrema complessità e splendida leggerezza allo stesso tempo. Prosegue la rassegna estiva del Ctb: stasera e domani 29 giugno nel Chiostro Santa Chiara, ore 21.30, va in scena Platero Y Yo, capolavoro intramontabile della letteratura spagnola, tratto dall’omonimo libro di Juan Ramon Jimenez, Premio Nobel 1958, con la regia e l’interpretazione di Ugo Dighero (voce narrante) e Christian Lavernier (chitarrista); le musiche sono di Mario Castelnuovo-Tedesco.
La storia è quella della speciale amicizia tra l’autore, un poeta, e un asino, Platero appunto. I due, muovendo da Moguer attraverso la campagna dell’Andalusia, lambita dal palpitante oceano, camminano fianco a fianco. E tra lo si svolge un immaginario dialogo. Per gli umani gli asini non sono creature particolarmente belle, ma hanno il vantaggio avere begli occhi, grandi, scuri, liquidi, che possono parlare. Il racconto mescola realtà e fantasia, si riscopre l’energia dell’infanzia, ingenua e genuina, che poi si dimentica crescendo. Un viaggio tra paesaggi meravigliosi paesaggi pieni di luce e colori e tra paesaggi dell’anima dai molti pensieri, ricordi e riflessioni.
«Juan Ramon Jimenez possiede una straordinaria capacità pittorica – ci dice Ugo Distein, ghero -. Questo testo è intramontabile e in Spagna gode della notorietà come da noi il Piccolo Principe. È una favola filosofica sotto forma di racconto bucolico, in cui si guarda il mondo con occhio semplice, animalesco, naturale. Da noi lo si trova negli scaffali delle librerie dedicate ai bambini, in realtà si rivolge ad un pubblico di tutte le età. A propormelo è stato Lavernier. È venuto a incontrarmi circa sei anni fa, quando io portavo in giro Mistero Buffo. Ci siamo conosciuti e tra noi è nata subito una affiatata amicizia che continua anche grazie alla risposta entusiastica del pubblico. È uno spettacolo che parla alla pancia, al cuore e alla testa».
«Ho sempre coltivato una passione per gli spartiti di Mario Castelnuovo-Tedesco, compositore di origine italiana che andò in esilio negli Stati Uniti in seguito alle leggi razziali. Oltre oceano ha avuto come allievi giganti della musica da film come Elmer Berndi
Jerry Goldsmith, John Williams, Henry Mancini. Libro e musica nella fattispecie riescono a fondersi coniugando alto e basso, superficie e profondità. Umberto Eco ha detto: quando voglio rilassarmi leggo Hegel, quando mi voglio impegnare leggo Corto Maltese».
Juan Ramon Jimenez(1881 – 1958) è considerato uno dei più grandi in ambito ispanico. Poco prima della guerra civile spagnola lasciò la Spagna, passando a Cuba, poi negli Stati Uniti, stabilendosi infine a Puerto Rico. Enorme è stata l’influenza di J. sulla poesia spagnola del Novecento. A lui debbono qualcosa tutti i poeti della generazione del ’27: da Lorca ad Alberti. Ma il suo esempio è rintracciabile anche nell’ambito di altre letterature europee, per esempio in certe formulazioni dell’ermetismo italiano. Solite prevendite, online vivaticket, biglietteria telefonica 3760450011.