Granchi vivi nei bagagli dallaCina Ilmaxi-sequestro aMalpensa
Valigie troppo pesanti: all’interno 150 chili di pesce. «Una specie pericolosa»
Un passeggero, 150 chili di bagaglio. Oltre all’intuito della Finanza e delle Dogane di Malpensa, a «determinare» il controllo dei traffici proibiti sono ormai i software, e la potenza di calcolo di programmi che valutano gli indici di rischio composti dalle località di partenza, e dai particolari legati anche ai singoli viaggiatori. E dunque all’atterraggio in Italia, il controllo è stato una faccenda quasi di routine, rivolto a passeggeri che si presentavano ai varchi con trolley e valigie dal peso improbabile. All’apertura dei bagagli persino i finanzieri più esperti sono rimasti allibiti: quel quintale e mezzo contenuto nei borsoni era materia viva, granchi di una specie predatrice in grado dimettere «ko» crostacei e pesci di casa nostra, sia in acqua dolce che salata.
Gli uomini del capitano Davide Antonio Annese, al comando del secondo nucleo del gruppo di Malpensa, hanno fermato quattro persone provenienti su voli diversi dalla medesima località della Cina Sud orientale, Wenzhou, atterrati con un bagaglio al seguito, fermati e segnalati alle autorità che provvederanno a comminare sanzioni che vanno damille a 50mila euro.
Il pesce è stato minuziosamente controllato dai finanzieri per escludere che fungesse da vettore per nascondere droga, come può accadere per altre spedizioni a rischio. Alcuni dei trasporti erano composti da scatole di polistirolo stipate di pesce congelato con ghiaccio secco, per mantenere bassa e costante la temperatura durante le 15-18 ore di viaggio. Stessa fine fatta dai granchi, arrivati però vivi e vegeti. Si tratta di «Eriocheir Sinensis», animale originario del Sud-est asiatico caratterizzato da una densa peluria sulle chele: una specie invasiva molto dannosa a causa della forte competizione per la predazione che esercita verso le specie autoctone degli ambienti di acqua dolce, ma anche in mare visto che gli adulti si spostano verso estuari e lagune delle areemarine per riprodursi.
Il perché dell’importazione di questi crostacei sarebbe legata al loro impiego nella gastronomia cinese: è un prodotto tradizionalmente impiegato nella cucina di Shanghai e in quella cantonese. In passato erano stati effettuati sequestri in alcune pescherie milanesi, spiegano dalle fiamme gialle, con un prezzo che si aggira attorno ai dieci euro ad esemplare.
Non è escluso che il crostaceo fosse indirizzato verso una clientela esigente ed attaccata alla tradizione, magari disposta ad acquistarlo sotto banco a prezzi elevati. Resta da capire invece che cosa potrebbe avvenire se l’intero carico arrivato all’aeroporto diMalpensa venisse rilasciato in libertà, magari trovando habitat adatto a colonizzare laghi e fiumi di casa nostra. Per questo motivo i granchi, dopo la confisca, sono stati subito soppressi.