Il caso Contro l’Istat 500 Comuni, c’è pure Gianico
Il personale scarseggia e i piccoli comuni faticano a fronteggiare gli oneri burocratici. A far esplodere la rabbia degli amministratori locali, la richiesta di compilare i questionari per le rilevazioni ISTAT. Il malcontento dei sindaci è racchiuso nella lettera redatta dall’Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti Locali. Nel testo si critica la mancata attuazione dell’obbligo di scambio dati automatizzato tra comuni e Istat imposto da 20 anni dal Testo unico Enti Locali. Dunque il presidente ASMEL, Giovanni Caggiano, denuncia la linea tenuta dall’Istituto Nazionale di Statistica che «non fa nulla per consentire l’interazione e lo scambio automatizzato dei dati con i Comuni».
Nel Bresciano, il primo cittadino di Gianico, Mirco Pendoli, è il solo a opporsi alle richieste dell’Istituto Italiano di Statistica (in Italia i sindaci sottoscrittori sono oltre 500).
Il rappresentante del comune di 2.000 abitanti sottolinea che i dati richiesti dall’Istat «sono di facile reperimento perché sono pubblicati su altri portali » e che le eventuali sanzioni per il mancato adempimento del compito «hanno un’incidenza diretta sui conti del comune. È una situazione che non capiamo» dichiara Pendoli.
Le mancanze degli enti locali non sono causate dalla volontà politica ma da oggettive criticità. «I dipendenti del mio comune sono nove: un operaio, un vigile, due della ragioneria, due dell’amministrazione, due all’anagrafe e un tecnico. Di questi, quasi la metà è in part-time» spiega il sindaco di Gianico. Il rappresentante del paese camuno si compiace per il supporto e per le attività di volontariato che compiono i cittadini della propria comunità ma al tempo stesso «lancio un grido d’allarme: trovare qualcuno che amministri è sempre più difficile ». Le asperità sono legate alla scarsissima capacità di spesa delle amministrazioni« non ab biamola disponibilità per assumere personale quindi i pochi lavoratori svolgono oneri maggiori rispetto a quelli che dovrebbero fare» pertanto anche a Gianico «siamo costretti ad esternalizzare tutte le funzioni possibili». A questi impedimenti, si aggiungono i problemi di spopolamento delle aree interne e montane «non riusciamo a trattenere le persone in Valle, invertire la tendenza è una mia missione». Insomma, Mirco Pendoli parteciperà alle elezioni del prossimo giugno per il suo terzo mandato da sindaco, poi passerà il testimone. Oltre alle difficoltà di amministrare in tempi di crisi, dovrà percorrere l’impervia strada dell’individuazione di un successore.