BrigateRosse, Moretti rischiailprocesso perunomicidiodel‘75
La Procura di Torino starebbe per chiedere il rinvio a giudizio, per concorso in un omicidio del 1975, di un gruppo di ex terroristi delle Brigate Rosse. La vicenda coinvolge Mario Moretti, che vive a Brescia, ma anche Lauro Azzolini, Renato Curcio e Pierluigi Zuffada. In questi ultimi giorni è stata chiusa l’inchiesta sulla morte dell’appuntato dei carabinieri Giovanni D’Alfonso, ucciso in un conflitto a fuoco con le Brigate Rosse, fuori dalla cascina Spiotta, vicino ad Acqui Terme, il 5 giugno 1975. All’interno era tenuto sotto sequestro l’imprenditore Vallarino Gancia e quando i carabinieri tentarono il blitz, riuscito, per liberarlo nello scontro persero la vita il militare, della cui morte ora sono accusati il brigatista Lauro Azzolini e il capo storico delle Br, Renato Curcio, e la moglie di Curcio, Margherita « Mara » Cagol. L’avviso di conclusione indagine coinvolge anche un altro capo delle Brigate Rosse, appunto Mario Moretti, e Pierluigi Zuffada, tutti indagati per l’omicidio di D’Alfonso.
Vale la pena ricordare che Mario Moretti, l’uomo che trent’anni fa dichiarò di essere stato l’esecutore materiale dell’assassinio di Aldo Moro ed è stato punito con sei ergastoli, attualmente si trova a Brescia. Il 78enne, che sta scontando un regime di semilibertà dal 1997 (grazie a permessi premio e licenze straordinarie, a volte, trascorre brevi periodi fuori dal carcere senza rientrare la notte), è recluso a Verziano: a Brescia, tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023 ha vissuto in un appartamento cittadino. L’ex brigatista doveva rimanere in casa dalle ore 22 alle 7 del giorno dopo. In sostanza lavora negli uffici di una Rsa. L’attività è a puro titolo di volontariato, e in passato l’aveva già svolta a Milano.
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Milano, 6 febbraio 2024
IL DIRIGENTE