Il Parma detta legge anche con la Feralpi Salvezza ora più dura
Non sono bastati un’ottima organizzazione difensiva ed un piano gara oculato. Il Parma che ha sconfitto a Piacenza la Feralpisalò, trainato dai tanti tifosi che avevano risalito l’Emilia, ha dimostrato in un pomeriggio pigro la differenza esistente tra prima e penultima forza del campionato. A guardare risultato (1-2) e statistiche (tutt’altro che squilibranti) è sembrato trattarsi di differenza minima. Eppure la percezione è che i padroni di casa abbiano fatto il possibile, che gli ospiti abbiano comunque disposto dell’incontro, che il gap di valori in campo, ma anche di maturità nella categoria, abbia assottigliato al minimo le speranze dei bresciani. Difficilmente un undici di Zaffaroni ha steccato nell’approccio alla partita, riuscendo a presentare ogni volta la versione di sé più indigesta rispetto all’avversario. È successo anche ieri. Il tecnico milanese ha scelto di difendere basso, serrando le fila, facendo densità in zona palla, ma solo quando la palla si avvicinava alla propria area. Attaccanti stabilmente sotto la linea della sfera, per un corto 5-3-2 che frustrava la gestione negli ultimi 30 metri di campo parmigiano. In caso di transizione positiva, poteva aprirsi (sulla carta) parecchio spazio da attaccare in ripartenza. Trovarsi in simili condizioni non è stata certo una novità per il Parma di quest’anno, dominante sotto l’aspetto tecnico, per cui si è armato di pazienza e, con la palla nei piedi, ha semplicemente aspettato di trovare la situazione giusta. Nessuna giocata forzata, ritmi bassi, molto spazio lasciato alle soluzioni personali dei vari Man, Mihaila e Bonny, con le visioni di Bernabè a fare da apriscatole. Quando i singoli si sono connessi, è nata la rete del vantaggio, costruita alla mezz’ora proprio nella zona più congestionata, la fascia centrale fronte area di casa, e rifinita dai tocchi di Bernabè, Cyprien, Bonny (geniale il colpo di tacco), per la finalizzazione di Mihaila. La Feralpi di quest’anno ha sempre dimostrato di saper rimanere in partita anche quando in svantaggio contro un avversario più forte (condizione tipica). A soffiare sulle vele salodiane anche una certa correità dei ducali: la squadra sicura di sé spesso si accontenta, rallenta. Nei primi venti minuti della ripresa i verdeblù sono riusciti a ribaltare l’inerzia e meritare il pareggio, arrivato grazie ad un recupero prepotente di Tonetto, una palla di qualità messa da Letizia, una girata killer del neoentrato Dubickas. Pareggio durato solo tre minuti anche a causa di una zolla, quella che ha trasformato il tiro da troppo lontano di Estevez nell’1-2 beffardo.
Arrivano i complimenti, mancano i punti, altra costante. Il pareggio dello Spezia e la vittoria della Ternana allontanano la quota play-out (ora 4 i punti di ritardo). Mancano otto gare, il tempo comincia a stringere.