Mondolomister e psicologo La promozione numero dodici
In un’epoca nella quale (anche a causa dell’effetto social) persino nei dilettanti, molte volte addirittura nelle giovanili, l’allenatore usa le sue squadre per mettere in mostra se stesso, c’è ancora chi apertamente parla di psicologia e non di tattica, di testa e non di schemi. Per chi non fa il calciatore per mestiere, ma incanala la sua passione in un hobby (esistono i rimborsi, d’accordo, ma diventa un secondo lavoro solo in Eccellenza e talvolta in Promozione, con tre allenamenti a settimana), il tecnico deve essere prima di tutto una persona che lo sa capire e valorizzare. A Brescia, c’è chi lo ha capito prima di molti altri. E, non a caso, continua a vincere.
Tiberio Mondolo, di Manerbio, allenatore dal 1990-91, domenica ha vinto il suo dodicesimo campionato con il Montirone (Seconda Categoria) e ha battuto il record detenuto da Franco Pasquetti, istituzione del calcio bresciano. In precedenza aveva trionfato con Offlaga, Bassano Bresciano, Capriano del Colle (due volte), Verolese, Gabiano, Mairano, Atletiko Bagnolo, Pralboino (casa sua) e Pavonese Cigolese (doppietta tra Terza e Seconda). Ora l’ultima scalata spostandosi dalla sua Bassa, la zona di comfort. Paese che vai, squadra che trovi: il sistema Mondolo - domenica, dopo la gara vinta con il Paitone, aveva 108 messaggi sul telefono - però è sempre lo stesso. «Penso che in queste categorie - racconta - i giocatori abbiano già un bagaglio di preparazione tecnica e tattica, tu puoi dare qualcosa, ma la gestione emotiva, dello stress, nessuno la mette a fuoco. Io ho una predisposizione naturale a questi argomenti, nelle giovanili ad esempio coinvolsi una psicologa».
Allenare la testa, adesso, per qualcuno, vuol dire pensare a Jannik Sinner: «Certamente il suo lavoro non è solo tecnico, ma anche Spalletti segue questa scelta in azzurro. La mia strada è quella dello yoga, del training autogeno, della mindfulness: esalto il gruppo, creo empatia». E vince... ( mat.car.)