Jennifer Guerra: «Anche io censurata dalla Rai»
Il sospetto le era venuto subito, poi aveva rimosso i cattivi pensieri ma quando è scoppiata la polemica sulla censura all’intervento in Rai dello scrittore Antonio Scurati, si è detto che, forse, di casuale non c’è stato nulla. Lei è Jennifer Guerra, 29 anni, bresciana di origine ma da qualche anno in quel di Treviso, giornalista e scrittrice che si occupa soprattutto di femminismo, autrice di libri quali «Il corpo elettrico. Il desiderio nel femminismo che verrà» (Tlon 2020) e «Il capitale amoroso. Manifesto per un eros politico e rivoluzionario» (Bompiani 2021) e del suo ultimo «Il femminismo non è un brand» (Einaudi), saggio che parla del processo di commercializzazione e istituzionalizzazione del femminismo che, da pratica radicale e trasformativa, per alcuni diventa slogan e prodotto commerciale. Invitata a collegarsi alla trasmissione di Serena Bortone, il giorno precedente ha parlato con un’autrice che le aveva fatto alcune domande preparatorie, alle quali Jennifer Guerra aveva risposto criticando le azioni del governo Meloni, in particolare sul tema dell’aborto. La sua partecipazione, data per certa in più occasioni, alla fine fu annullata. Il caso di presunta censura lo ha manifestato pubblicamente lei stessa domenica (anticipato ieri da Bresciaoggi): «Il sospetto mi era venuto subito— spiega —, ma all’inizio ho pensato più a un eccesso di precauzione che ad altro. Non l’ho vissuta come una censura, ho pensato che gli autori della trasmissione non volessero essere messi in difficoltà. Per intendersi, non mi sono sentita una martire della libertà di espressione». La lampadina si è però accesa dopo che la vicenda di Scurati è diventata di dominio pubblico, e con quella di Scurati anche un caso simile che avrebbe riguardato Nadia Terranova: «Allora mi sono detta che forse anche la mia vicenda non è stata una casualità. Colleghi giornalisti che lavorano in Rai mi hanno già detto che il clima non è mai sereno, che bisogna sempre prestare particolare attenzione agli ospiti che vengono invitati. Qui, però, si è fatto un passo in più, che è venuto fuori solo perché la conduttrice Serena Bortone ha deciso di denunciare la censura al monologo sul 25 aprile di Scurati. Un atteggiamento veramente ammirevole quello della conduttrice». Quel che è accaduto a lei un mese e mezzo e fa non sarebbe stato quindi casuale: «Ma non ho mai pensato né penso tuttora che possa essere stata una responsabilità di Serena Bortone». ( t.b.)