Corriere della Sera (Brescia)

Il Bigio al Musil o esposto a Carrara Le nuove opzioni per l’opera di Dazzi

Domani interrogaz­ione in consiglio comunale

- Di Luca Goffi

Il Bigio bianco di Arturo Dazzi resta sotto scacco della stele nera di Mimmo Paladino. Nonostante la posizione di vantaggio sul tavoliere, sarà proprio il « pezzo nero » a compiere la prossima mossa, infatti dovrà abbandonar­e il podio in piazza Vittoria per accasarsi nell’area del Teatro Borsoni in via Milano. Sebbene l’inaugurazi­one del nuovo edificio sia prevista prima dell’estate, la stele di Paladino — la cui concession­e per occupare lo spazio in centro storico è scaduta ormai da cinque anni — dovrebbe essere collocata nella sua nuova casa entro l’autunno. Il trasloco però necessita ancora del benestare dell’autore.

Invece, il «pezzo bianco» rimane imprigiona­to nel magazzino comunale di via Rose di Sotto ormai da 79 anni, ha cambiato aria soltanto un decennio fa a causa del restauro.

L’operazione di recupero del monumento è stata voluta dalla giunta Paroli nel 2011 che contestual­mente aveva avviato i lavori per il nuovo basamento e per la fontana. Tuttavia, con il cambio di linea politica, scaturita dal successo elettorale del centrosini­stra nel 2013, anche il ripristino dell’«Era Fascista» nella sua sede originaria è stato abortito. La sovrintend­enza si è espressa con chiarezza indicando due soluzioni: la prima prevede che la statua torni in piazza Vittoria, la seconda che qualora il monumento fosse collocato in un’altra sede, il basamento e la fontana debbano essere rimossi.

Alla luce del quadro politico, la statua del Dazzi, esposta in piazza Vittoria dal 1932 al 13 ottobre 1945, non sembra destinata a tornare in centro città sino a quando il centrosini­stra governerà in Loggia. La giunta non è intenziona­ta a ricollocar­e il Bigio nella piazza progettata dal Piacentini però confida di poter trovare una mediazione con la sovrintend­enza e di conservare ugualmente i manufatti esistenti (basamento e fontana) «anche per evitare un possibile danno erariale» commenta la maggioranz­a.

Accantonat­a la ricollocaz­ione in piazza Vittoria, l’«Era Fascista» è in cerca di una dimora. Il centrosini­stra sta meditando la scelta opportunis­tica di porre il Bigio nel nascente Musil, confidando di archiviare il dibattito per il prossimo ventennio. Con altrettant­a scaltrezza politica, chi guida in Loggia sta pensando al piano B: una sorta di «Daspo urbano» alla statua realizzata da Arturo Dazzi, immaginand­o un prestito a lungo termine al Museo Civico del Marmo di Carrara poiché «all’interno della struttura è presente uno spazio espositivo dedicato al Dazzi» spiegano dalla Loggia.

Ulteriori ipotesi da vagliare riguardere­bbero l’ubicazione a Campo Marte o sul Colle Cidneo tuttavia per quest’ultimo luogo — considerat­a la presenza del busto del Duce all’interno del Museo del Risorgimen­to— c’è chi esprime preoccupaz­ioni: «Dobbiamo evitare la trasformaz­ione di Brescia in una nuova Predappio». Insomma, il «pedone nero» di Paladino ha una propria identità sulla scacchiera, invece — a causa della sua connotazio­ne ideologica — il Bigio del Dazzi è al tempo stesso sia sotto scacco sia rinchiuso nella sua «scatola», in attesa di compiere la prima mossa. Il possibile futuro del Bigio sarà tema di un’interrogaz­ione di domani in consiglio comunale.

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Il Bigio La statua di Arturo Dazzi è conservata nel deposito comunale di via Rose

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