Acque minerali, alla Provincia solo 2 millesimi di euro al litro
Poco più di due millesimi di euro al litro, duecento volte in meno di quanto in media costa al supermercato. È quanto pagano in media le società di acque minerali alla Provincia di Brescia per la commercializzazione di 744 milioni di litri d’acqua l’anno (circa un miliardo di bottiglie e bottigliette). Un bene collettivo, l’acqua, che «frutta» all’ente pubblico solo 175 mila euro l’anno (sei le concessioni rilasciate). Non è così solo a Brescia, ovviamente, ma in tutta Italia, prima nazione europea per consumo di acque minerali. Nel 2023 nel Belpaese sono stati imbottigliati 16,5 miliardi di litri (di cui il 10% destinato all’export) per un fatturato di oltre 3 miliardi. Brescia detiene il 4,5% della quota di mercato nazionale, per un giro d’affari (dal produttore al consumatore, con in mezzo la grande distribuzione) di oltre 600 milioni. In vetta alla classifica c’è Ferrarelle (detiene anche i marchi Boario, Vitasnella, Fonte essenziale): in Valcamonica nel 2023 ha prodotto 440 milioni di litri d’acqua. A seguire c’è Tavina di Salò (da 6 anni posseduta al 45% dai cinesi di Ganten) con 244 milioni di bottiglie; quindi la Maniva di Bagolino (170 milioni di bottiglie). Numeri inferiori per l’acqua Castello di Vallio Terme e la Sole di Nuvolento. È dal 2008 che Legambiente denuncia le royalties risibili per le acque minerali (ma anche per le cave di sabbia e marmo o per le concessioni balneari). Visto che a stabilirne l’entità è la Regione, il consigliere provinciale Marco Apostoli con delega alle Risorse Naturali— e noto per le sue battaglie in difesa dell’acqua pubblica— ha deciso di avanzare una proposta per nulla peregrina: aumentare di dieci volte il canone di concessione permettendo alla Provincia di incassare 1,8 milioni l’anno da destinare all’Ato per combattere la dispersione idrica degli acquedotti. Una proposta che è parsa di buon senso anche a tutti gli altri consiglieri provinciali. Fratelli d’Italia, il partito che ha scelto il presidente Emanuele Moraschini, ha promesso di portare la richiesta sul tavolo dell’assessore regionale, Massimo Sertori. ( p.gor.)
Ferrarelle in Valcamonica conta 440 milioni di litri, Tavina (Salò) 244 e Maniva (Bagolino) 170