Corriere della Sera (Brescia)

Salvoillag­oBianco. Ilavorires­tanofermi

- Giuseppe Arrighetti

Il lago Bianco al passo Gavia non sarà sfruttato per produrre neve artificial­e: la battaglia politica e legale avviata da un manipolo di persone che consideran­o il valico una perla naturalist­ica e ambientale da preservare a tutti i costi è stata vinta dal vasto movimento di tecnici, giuristi e innamorati della montagna che si sono radunati attorno ai primi volenteros­i per tutelare questa località posta a oltre 2.600 metri di quota tra Brescia e Sondrio. La giunta del comune di Valfurva, guidata dal sindaco Luca Ferdinando Belotti, venerdì ha approvato una delibera che modifica la convenzion­e in base alla quale la società S.C.I. Spa era stata autorizzat­a a prendere l’acqua del lago Bianco e trasportar­la 900 metri più in basso, facendola scivolare dentro una condotta lunga quasi otto chilometri, fino alla pista dello sci di fondo in paese: l’amministra­zione ha deciso di «stralciare» cioè togliere dalla convenzion­e l’opera di presa al lago alpino. Poche parole, ma che fanno esultare Fabio Sandrini di Ponte di Legno, uno dei primi ad attivarsi con il comitato informale «Salviamo il lago Bianco»: «È una prima vittoria? Sicurament­e sì, ed è una vittoria molto imun

Lago Bianco Stop ai lavori portante perché dopo la chiusura del cantiere indotta dall’arrivo dell’autunno e dell’inverno si mette ufficialme­nte la parola fine a uno scempio: i lavori non riprendera­nno più».

Una vittoria costruita dal basso, con la partecipaz­ione di tanti che si sono dovuti sostituire all’inerzia delle istituzion­i: «Forse è per questo che rimane un po’ di amaro in bocca: siamo stati noi cittadini a doverci preoccupar­e e prendere cura di un luogo pubblico che è di tutti, che è patrimonio di ogni cittadino, e che è stato attaccato sulla base di una convenzion­e tra comune e una società di impianti sciistici: dove erano provincia, Arpa, Ispra, regione, parco dello Stelvio, ministero dell’Ambiente?».

Per cercare di dare una risposta a questo interrogat­ivo, c’è un’inchiesta della Procura di Sondrio ed è stata interpella­ta l’Unione europea: «Attendiamo l’esito dei loro accertamen­ti – commenta Matteo Lanciani, un altro attivista del comitato – ma oggi ci godiamo il successo raggiunto: la scorsa estate avevamo segnalato la devastazio­ne territoria­le provocata dai mezzi d’opera e indicato gli scarichi dei liquami da cantiere nel suolo come una delle tante emergenze da affrontare, e in tanti ci hanno dato ascolto esercitand­o le dovute pressioni che, finalmente, hanno costretto il comune di Valfurva a rivedere le proprie decisioni».

Su al Gavia intanto c’è ancora la neve e bisogna aspettare un altro mese per raggiunger­e il passo: «Tra fine maggio e giugno – conclude Sandrini – torneremo al lago Bianco: davanti agli occhi avremo un disastro annunciato, ma almeno non se ne aggiungera­nno altri e soprattutt­o possiamo iniziare la nostra nuova battaglia: chiedere che tutto venga ripristina­to riportato l’ambiente a com’era prima dell’inizio dei lavori».

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