Corriere della Sera (Brescia)

Brescia senza benzina Altro 0-0 con lo Spezia Una traversa a testa

- Luca Bertelli

Nessun gol, un punto e una traversa a testa, entrambe negli ultimi dieci minuti che hanno offerto più emozioni di quante ne avesse regalate prima un Brescia-Spezia scorbutico, nel quale hanno inciso le assenze (delle rondinelle) e la paura (dei liguri). Finisce 0-0 al Rigamonti, per le terza partita consecutiv­a le rondinelle rimangono senza gol anche se Mompiano - poco più di 5 mila spettatori, bilancio deludente - si conferma il fortino di Maran, che qui ha costruito la rimonta play off. Ancora da conquistar­e, con tre giornate sul calendario, ma difesi anche con questo punto che consente di restare settimi.

La partenza era stata di marca ospite: al 2’ Falcinelli non è riuscito a deviare da pochi passi, a Lezzerini battuto. Lo Spezia ha spinto sulla destra, come ormai capita spesso: da quella parte, con un Besaggio inadeguato e uno Jallow confuso, il Brescia è andato presto in crisi e nei primi dieci minuti è parso un pugile alle corde, pronto a cadere. Non è però accaduto, anzi le due occasioni più nitide prima dell’intervallo sono arrivate sui piedi dell’ottimo Dickmann, che di profession­e fa però il terzino. I liguri non

Gara aspra Un contrasto tra Verde e Huard, entrambi subentrati (

hanno mai azzannato le rondinelle, un sentito grazie va all’inoffensiv­ità degli attaccanti di D’Angelo, l’uomo che a novembre disse di no a Cellino favorendo la virata su Maran. Quest’ultimo ha cambiato nella ripresa, attingendo a quel poco che aveva a disposizio­ne. Imbarazzan­te la differenza di qualità in panchina: lo Spezia ha inserito Verde, Jagiello e Reca, che in questo Brescia sarebbero titolari. Maran ha tappato la falla a sinistra togliendo Besaggio e Van de Looi per Huard e Paghera, dopo 20 minuti della ripresa. Il momento più emozionant­e è arrivato qui, con il pubblico in piedi per il senso di appartenen­za del centrocamp­ista, messosi a disposizio­ne pur avendo perso la madre Antonella due giorni fa. Dimitri Bisoli, con un gesto che ha ricordato quanto fece Pep Guardiola con Roberto Baggio, in un Brescia-Fiorentina 3-0 del 21 aprile 2002, è corso verso di lui mettendogl­i al braccio la fascia da capitano.

E Il Brescia, dopo aver tremato in avvio di ripresa quando Lezzerini ha messo una pezza in uscita allo sciagurato retropassa­ggio di Jallow che aveva lanciato Di Serio, nell'ultimo quarto d’ora ha costruito tanto. Il generoso Bianchi ha chiamato Zoet alla grande risposta al 30’; poi ha tagliato un fendente per il mancino impreciso di Huard; infine, al 39’, su corner dalla destra, è stato l’incrocio dei pali a dire di no allo stacco di capitan Bisoli. Rimpianti? Fino a un certo punto. La chance più clamorosa è capitata poi a Kouda, al terzo minuto di recupero: da un metro, in spaccata, ha colpito la traversa a porta vuota. Come già con la Ternana, vince l’arte del sapersi accontenta­re. Di benzina ne è rimasta poca, ma mercoledì c’è il derby.

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