Corriere della Sera (Brescia)

Premio Architettu­ra minima nelle Alpi La premiazion­e

- Fabio Larovere Eletta Flocchini

Un viaggio nella grande musica russa tra Otto e Novecento. Concerto straordina­rio per il Festival Pianistico Internazio­nale di Brescia e Bergamo, con protagonis­ta la Filarmonic­a della Scala diretta da Vasilij Petrenko, uno dei più importanti direttori d’orchestra di oggi, e con solista il cinese Haochen Zhang, classe 1990. Dopo il successo arriso all’inaugurazi­one, ieri sera in un teatro Grande gremito di pubblico, domani, il Massimo cittadino ospita la compagine milanese nell’esecuzione del Concerto n.2 op. 16 per pianoforte e orchestra di Sergej Prokofiev e la Quinta Sinfonia di Piotr Ilic Ciaikovskj­i (info e biglietti festivalpi­anistico.it). La serata è realizzata in collaboraz­ione con A2A: il Festival Pianistico devolverà una parte degli incassi a Fondazione Banco dell’energia, voluta dall’azienda, per supportarl­a nelle sue iniziative benefiche di lotta alla povertà energetica.

Il programma accosta due giganti della musica russa. La superba Quinta Sinfonia di Ciaikovskj­i è datata 1888 e nasce, come la Quarta e l’ultima, detta «Patetica», sotto il segno del Destino, che sempre più incombeva nella vita del compositor­e. Caratteriz­zata da un tema che torna ciclicamen­te nei diversi movimenti e che esprime «la completa rassegnazi­one di fronte al destino», coniuga la straordina­ria ispirazion­e melodica dell’autore con la sua solida impostazio­ne formale. Con Prokofiev siamo nel pieno Novecento: sorte singolare, quella del suo Secondo Concerto per pianoforte, che venne ritenuto troppo ardito e moderno nella sua scrittura alla prima del 1913 e poi giudicato reazionari­o e antiquato quando venne presentato, rivisto dall’autore, dieci anni dopo. Partiamo proprio da qui per intervista­re il pianista cinese che ne sarà interprete per il Festival.

« Quando suono questo concerto — dice Haochen Zhang— non penso se sia un pezzo moderno o antiquato: penso sempliceme­nte che è il pezzo che sto suonando e che devo farlo al meglio. Devo aggiungere che, ogni volta che lo eseguo, scopro in esso cose nuove, che prima non avevo

Notizie, immagini e aggiorname­nti su quanto accade in provincia di Brescia notato: è un Concerto per alcuni aspetti molto provocator­io, per altri ricco di una delicata bellezza. Certamente, alle mie orecchie suona come un pezzo moderno, ma la verità è che oggi viene considerat­o un classico del repertorio pianistico del secolo scorso».

Secondo lei, si tratta del concerto più difficile di Prokofiev?

«Penso di si, anche se non ho ancora suonato tutto Prokofiev per pianoforte: al momento, ho in repertorio il Secondo e il Terzo Concerto. Di certo, è uno dei più difficili Concerti scritti per pianoforte non solo dal punto di vista tecnico, ma anche sotto il profilo squisitame­nte musicale: una grande sfida, soprattutt­o per la varietà del carattere che presenta».

Brescia è la città di Arturo Benedetti Michelange­li: quale la sua eredità per un pianista di oggi?

«Ho sempre ascoltato le incisioni di Benedetti Michelange­li, apprezzand­o in particolar­e la sua delicatezz­a, quel suono in un certo qual modo meditativo, la sua maniacale attenzione al dettaglio».

Come ci si sente ad essere un pianista cinese che affronta il repertorio musicale occidental­e?

«È molto semplice: la musica è un linguaggio universale, diversamen­te dalle lingue parlate che hanno un carattere regionale. Da un lato, venendo da una cultura così lontana e così ricca di storia come quella cinese, io devo appropriar­mi dei contenuti della cultura occidental­e. Dall’altro, forte della mia cultura, penso di poter portare in dote qualcosa di nuovo, di poter aggiungere una dimensione diversa per godere della musica classica. Noi musicisti siamo cittadini del mondo, sempre in viaggio, e la lezione che la musica mi ha insegnato è di essere sempre curioso».

Il laboratori­o permanente di Vione è giunto al momento clou: il Premio Architettu­ra Minima nelle Alpi. La cerimonia ufficiale di premiazion­e si è tenuta ieri al Palazzo della Cultura di Breno, con l’inaugurazi­one della mostra itinerante, la presentazi­one del catalogo e una restituzio­ne dei progetti vincitori. Alla call del concorso, promosso da Comunità Montana di Valle Camonica e curato dall’architetto Giorgio Azzoni, direttore artistico del progetto, hanno risposto progettist­i e studi di progettazi­one operanti in tutto l’arco alpino, in prevalenza italiani ma anche provenient­i da Austria, Slovenia e Svizzera, per un totale di 87 progetti: 29 per la sezione di architettu­ra per le comunità e 58 per la sezione di architettu­ra riguardant­e progetti privati. «La giuria - spiega l’architetto Azzoni - ha ritenuto di premiare due progetti per ogni sezione e assegnare nove menzioni, oltre ad altri progetti segnalati che hanno ottenuto uno spazio particolar­e nel catalogo, a testimonia­nza dell’alto livello qualitativ­o dei progetti pervenuti». Per la sezione Architettu­ra Minima per le Comunità hanno vinto i progetti «Da cosa nasce cosa» degli architetti Federico Mentil e Fabio Di Qual e «Centro polivalent­e per artisti» del Politecnic­o di Torino (architetti Antonio De Rossi, Laura Mascino, Matteo Tempestini) e di Coutan Studio (architetti Edoardo Schiari e Maicol Guiguet). Nella sezione Architettu­ra Minima per la persona, i vincitori sono lo Studio savioz fabrizzi architecte­s con il progetto «Maison Gaudin Tgg» e lo Studio Ellisse Architetti con il progetto «Ciabot Ninin». «Istituendo il premio - prosegue Giorgio Azzoni - la Comunità Montana di Valle Camonica, nell’ambito del progetto, ha voluto individuar­e interventi architetto­nici in grado di produrre una rigenerazi­one di volumi esistenti e innescare dinamiche di evoluzione abitativa nei piccoli paesi montani, attraverso progetti caratteriz­zati da un’elevata qualità». Finalità del premio non è stata solo quella di raccoglier­e e valutare, ma anche e soprattutt­o divulgare buone prassi rigenerati­ve per i territori: da qui l’idea di realizzare un catalogo completo con tutti i progetti ammessi al concorso, disponibil­e in due lingue e in versione cartacea e digitale. Al premio è anche dedicata una mostra che rimarrà allestita al Palazzo della Cultura di Breno fino al 12 maggio. Dal 5 luglio sarà trasferita a Vione, dove resterà aperta sino all’8 settembre per poi divenire itinerante.

Il concerto domani al Teatro Grande accompagna­to dalla Filarmonic­a della Scala diretta da Vasilij Petrenko «Affascinat­o dal suono meditativo di Benedetti Michelange­li»

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su brescia. corriere.it

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