Corriere della Sera (Brescia)

Jacobs: «Portabandi­era? Stimolo per il 2028»

Il bresciano, a Parma, parla per la prima volta dopo la scelta del Coni che gli ha preferito Tamberi «Ci speravo, sapevo di giocarmela con altri due grandi campioni: proverò a farlo a Los Angeles»

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"Jacobs/1 In America ho sofferto per il cibo, mi facevo spedire pacchi di pasta

Nessuna polemica o spazio per il rancore, nelle vittorie e nelle sconfitte. Lo stile Jacobs è anche la sua mentalità, profondame­nte cambiata negli anni grazie a un lungo e proficuo lavoro psicologic­o: «Vorrei - ha spiegato alla rassegna Cibus di Parma, dove è stato ospite allo stand de La Molisana, azienda di cui è testimonia­l - che passasse il mio messaggio su quanto sia importante non arrendersi mai: io sapevo di poter essere il numero uno, ma l‘ho dimostrato solo a Tokyo e ora voglio farlo vedere a tutti anche a Parigi». Mancano undici settimane alla cerimonia inaugurale dei Giochi, ma l’alfiere azzurro scelto tra i fenomeni dell’atletica (che non riceveva tale attestato da Seul 1988 con Pietro Mennea) è stato Gianmarco Tamberi e non il bresciano che, parola del presidente del Coni Giovanni Malagò (quando venne al matrimonio di Marcell con Nicole Daza), «in Giappone era stato il numero uno tra i numeri uno » . Il Mondiale vinto dall’altista la scorsa estate gli ha permesso di completare il Grande Slam di vittorie, che a Jacobs manca proprio in virtù di un oro iridato mai arrivato sui 100 metri: questo è stato un fattore decisivo nella scelta. Tra coloro che sono arrivati a un centimetro dalla bandiera, inoltre, Gregorio Paltrinier­i. Anche a lui si riferisce Marcell, che per la prima volta racconta come ha vissuto un ballottagg­io nel quale aveva riposto legittime speranze: «Ci speravo, ma sapevo di giocarmela con altri due grandi campioni che hanno vinto tutto: sarà però uno stimolo per provare a farlo a Los Angeles nel 2028».

Non male come messaggio, consideran­do che il desenzanes­e a settembre compirà 30 anni. Interrogat­o sulle sue condizioni di salute, dopo il lungo lavoro svolto negli Stati Uniti con il team di Rana Rieder, il bicampione olimpico ha dispensato fiducia: «Sono molto soddisfatt­o del lavoro svolto: sento di avere più forza negli appoggi, sono anche più asciutto a livello fisico. Il 10”11 nel primo test è stato in realtà la prosecuzio­ne di una fase di allenament­o. E alle Bahamas abbiamo conquistat­o la qualificaz­ione ai Giochi con la 4x100: era un obiettivo cui tenevamo molto e ho avuto buone sensazioni anche lì. Ora mi concentro sulla gara a Roma del 18 maggio, poi ci saranno gli Europei sempre all’Olimpico: è un obiettivo cui tengo tantissimo, anche se sarà una tappa di avviciname­nto verso Parigi dove inseguirò il bis. Lì sarò al top della forma». Piccola parentesi culinaria: Jacobs ha spiegato quanto sia stato complicato adattarsi non all’America, ma al cibo americano. «Nei primi tempi ho fatto davvero fatica - ha detto - cercavo di farmi inviare pacchi di pasta dall’Italia appena potevo». ( lu.ber.)

Jacobs/2 Ho più forza negli appoggi, il crono della prima gara mi conforta

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A Tokyo Fu alfiere nella cerimonia di chiusura ( LaPresse)

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