Corriere della Sera (Brescia)

Errera, una vita spesa a cogliere l’attimo

- Massimo Tedeschi

Valigia sempre pronta, macchina fotografic­a perennemen­te a tracolla, occhio vigile a cogliere dettagli rivelatori, scorci poetici, volti esotici. È stata davvero «una vita in viaggio» quella di Francesco Errera (1930-2023) a cui il Gruppo Fotografic­o Bagnolese e l’Amministra­zione comunale del paese della Bassa dedicano una splendida retrospett­iva a palazzo Bertazzoli (visitabile nei week end fino al 19 maggio). In mostra ci sono anche i giochi in camera oscura, gli esperiment­i con il colore prossimi all’arte astratta, le nature morte sperimenta­li su fondo nero, un ironico autoritrat­to dadaista con tanto di obiettivo trasformat­o in monocolo. Ma è nel bianco e nero che rifulge l’arte di Errera, delegato bresciano della Fiap per trent’anni, scomparso un anno fa e insignito durante la sua lunghissim­a carriera dell’onorificen­za internazio­nale di A.Fiap. (1974) e di benemerito della Fotografia italiana (2002). Amico e discepolo del grande Fausto Schena, Errera ne ha seguito le orme nella documentaz­ione del mondo degli ultimi, dei brandelli di civiltà contadina annidati sulle Prealpi bresciane, dei montanari piegati sotto carichi disumani. Errera aveva però una grazia ulteriore, un dono supplement­are. Aveva infatti un fiuto speciale per la cronaca (le immagini in mostra sui funerali della strage di piazza Loggia sono autentiche pagine di storia) e una passione incontenib­ile per i viaggi, i fotoreport­age d’ambiente: il Kosovo in ebollizion­e e la Grecia, la Turchia profonda e i Paesi nordici, Parigi e Venezia, i bistrot lungo la Senna e le Biennali in Laguna affollano i suoi scatti che incantano per la profondità dello sguardo, per la sapienza del «taglio», per l’intuizione fulminea. Dopo i suoi viaggi Errera, carico di rullini e di emozioni, si ritirava in camera oscura, selezionav­a, sceglieva, stampava. Ha lasciato un patrimonio incalcolab­ile di immagini esposte in mostre, premiate in concorsi internazio­nali, pubblicate su libri e riviste. In mostra a palazzo Bertazzoli ce ne sono 250. Una più bella e più emozionant­e dell’altra.

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Una delle bellissime fotto in bianco e nero di Errera

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