Corriere della Sera - Io Donna
CHEF DIETRO LE SBARRE
entrare in carcere per andare a pranzo o a cena dal lunedì al sabato. Mangiare al ristorante della casa circondariale di Bollate «non solo per fare una buona azione, ma anche per trovare una buona cucina e un ambiente confortevole dove i clienti possano avere voglia di tornare». È questo l’obiettivo della cooperativa Abc che dai primi di luglio gestisce un locale aperto al pubblico all’interno del penitenziario. Sono 50 “coperti” affdati a quattro detenuti e quattro tirocinanti della Scuola alberghiera Paolo Frisi per un’esperienza unica in Italia e certamente tra le prime a livello mondiale visto che l’unico posto simile è The Clink a Cardiff in Galles. Un’opportunità speciale che si spera possa diventare esempio in altre città. Le parole di Silvia Polleri, presidente della cooperativa, chiariscono bene gli scopi di questa iniziativa: «Far incontrare il carcere e la città, per conoscersi più da vicino e superare i pregiudizi di sorta. Anche perché possiamo contare sull’assoluta professionalità basata su anni di esperienza di cuochi e camerieri». Al momento il ristorante è situato tra la portineria e gli uffci e chissà che in futuro non si possa avvicinarsi ai reparti di detenzione con uno scopo preciso: riabilitare chi vive dietro le sbarre tenendo conto che «i carcerati che svolgono un’attività professionale durante i mesi di detenzione hanno minore possibilità di ricommettere gli stessi errori che li hanno portati dietro le sbarre».