Corriere della Sera - Io Donna
IL NOBEL INNAMORATO
forse la ricerca scientifca è alla vigilia di una svolta epocale. Che ne direste di alcuni laboratori popolati da soli uomini (etero, s’intende) e altri popolati da sole donne (etero anche loro)? Secondo il premio Nobel per la medicina Tim Hunt questa potrebbe essere una eccellente idea e se venisse applicata la ricerca progredirebbe più speditamente. Deve pensarla sicuramente così, il luminare settantaduenne, dal momento che durante una affollata conferenza in Corea del Sud ha spiegato che nei laboratori “misti” accadono tre cose: gli uomini si innamorano delle donne, le donne si innamorano degli uomini e, se vengono rimproverate, le donne si mettono a piangere. Veramente mi pare che il prof. Hunt abbia dimenticato qualche altra possibilità di innamoramento, ma lasciamo perdere. Il fatto, secondo Hunt, è che le donne provocano distrazione, deconcentrazione, e poi devi stare attento a quel che dici altrimenti piangono. Hunt, davanti al clamore sollevato dalle sue parole, ha riconosciuto di essere stato uno sciocco a parlare «davanti a tutti quei giornalisti». Ma sulla sostanza, nessuna marcia indietro. Gli innamoramenti sono una sciagura per il lavoro nei laboratori dove la regola assoluta deve essere la parità emotiva tra i ricercatori, ha ripetuto ammettendo di essere stato innamorato e di aver suscitato innamoramenti. Qualcosa non quadra. Hunt ha conosciuto l’amore e ha ricevuto un Nobel. Talvolta i ricercatori sbagliano, non sarà che l’amore aiuta la scienza?