Corriere della Sera - Io Donna

IN NOME DEL MINORE

- Surrogate mother blog.iodonna.it/marina-terragni *membro della Direzione nazionale Pd

su twitter un tale mi accusa di essere «contro l’adozione per i gay e la maternità surrogata». Non è così: sono molto favorevole all’adozione per i gay e per tutti. E molto contraria allo sfruttamen­to delle donne povere che cedono i loro ovociti e affttano l’utero, che il cliente sia un uomo o una donna, etero o gay. Mi ripugna lo sfruttamen­to di chi si trova in stato di bisogno, e salvo un esiguo numero di per militanza, chi vende ovociti o afftta l’utero lo fa per necessità. Mi piace molto invece lo scambio solidale, quando vi sia una relazione vera tra chi chiede e chi offre. Mi piace perché sto dalla parte del bambino, e il bambino ha diritto non soltanto a sapere, ma anche al mantenimen­to dei legami, in particolar­e con la/e madre/i. Penso anche che per una donna - omo o etero - mettere al mondo un fglio è cosa piuttosto semplice, mentre per un uomo - omo o etero - non lo è affatto: in mancanza di una donna è richiesta la mediazione di un mercato in cui sia possibile acquistare ovuli e affttare uteri, e di leggi che lo consentano. Non vi è simmetria, non c’è niente di pari. C’è differenza sessuale, che vale sia per gli etero sia per i gay. Potrei dire molte altre cose, mi limito a una: alla volgarità del pensiero unico espresso nei Family Day non si può rispondere con un pensiero unico uguale e contrario, che fa un tutt’uno del sacrosanti­ssimo diritto a vedere riconosciu­te le unioni tra persone dello stesso sesso e di altre questioni molto problemati­che. Il principio a cui mi aggrappo, per me non negoziabil­e, è il superiore diritto del minore.

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