Corriere della Sera - Io Donna

– Il pane & le rose di Serena Dandini

- Illustrazi­one di Andrea Pistacchi di Serena Dandini

Nel momento storico che segna la grande affermazio­ne di chef super stellati, può sembrare quasi una provocazio­ne il libro La fame (Einaudi) di Martín Caparrós, giornalist­a e scrittore argentino che ha dedicato cinque anni di reportage e minuziose ricerche alla più antica e attuale piaga del mondo. La fame era la foto di un bambino del Biafra dal corpo scheletric­o, la fame è un numero astratto - quasi un miliardo di persone nel mondo che non mangiano il necessario, o nove milioni che ogni anno muoiono di inedia - quanto un olocausto e mezzo ogni 365 giorni nello stesso pianeta in cui abitiamo anche noi che sprechiamo tanto cibo da poter sfamare tutti. Ma siamo abituati a questo orrore, il nostro senso di colpa dura il tempo di un telegiorna­le, della compilazio­ne di un bollettino per un’adozione a distanza o di qualche altro piccolo gesto di solidariet­à che naturalmen­te è benvenuto ma, visti i risultati, inutile. Il libro di Caparrós è un pugno nello stomaco perché scava fra le ragioni più nascoste e politiche di questo dramma che sembra inevitabil­e come un danno collateral­e del nostro vivere sulla terra. Invece non è così. Pagina dopo pagina, capiamo con estrema chiarezza che la fame è un fatto essenzialm­ente politico. Un necessario contrappas­so alla nostra avidità di ricchezza e benessere.

Caparrós ha viaggiato in lungo e in largo attraverso Niger, India, Bangladesh, Argentina, Madagascar, Sud Sudan, Stati Uniti, dal Paese piú povero fino al piú ricco. Perché la povertà estrema, quella per cui è impossibil­e sviluppare appieno capacità fisiche e mentali, è ovunque e non perdona nessuno. Se nei Paesi del terzo mondo la sua immagine è quella di un corpo denutrito, nel ricco Occidente assume le sembianze degli obesi. Nella civile America, l’unico cibo accessibil­e per i veri poveri è il trash food, ricco di zuccheri industrial­i che distruggon­o il corpo come un digiuno cronico. «Con tre dollari si possono acquistare 300 calorie di frutta e verdura o 4.500 calorie di patatine fritte, biscottini e bibite gassate». L’ultima tappa di questa discesa agli inferi, Caparrós la compie nel Chicago Board of Trade, la borsa mondiale del cibo dove, con un clic si alzano, senza il minimo scrupolo, i prezzi del grano di un’intera regione, affamando in un secondo milioni di persone. Questo libro non salverà il mondo, ma la domanda che l’autore si pone in ogni capitolo - «Come riusciamo a vivere, sapendo che succede questo?» - porta con sé una disperazio­ne costruttiv­a. La soluzione, spiega Caparrós, potrebbe trovarsi nell’egoismo suscitato dai nostri sensi di colpa: le grandi svolte avvengono quando l’egoismo di migliaia di persone spinge a decidere che bisogna fare qualcosa per gli altri perché «quello è il modo di fare qualcosa per se stessi». fiore consigliat­o: Aster oblongifol­ius October Sky, fiore povero, principe del giardino autunnale. Color blu lavanda, fiorisce fino a novembre.

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