Corriere della Sera - Io Donna
“CHE GRANDE MISTERO L’AMORE”
Lui ( Jeremy Irons) è un prof, lei (Olga Kurylenko) una stunt. S’incontrano, si innamorano, si “salvano”. Abbiamo visto in anteprima il film di Giuseppe Tornatore che si svolge in Inghilterra, ma che mette in scena una passione quasi siciliana
Le pareti dell’ufficio di Giuseppe Tornatore sono un libro aperto. Ci sono i poster dei suoi film (
in coreano), ricordi dei set (il cartello ferroviario Palermo centrale-Baaria), ma il posto d’onore è riservato ai maestri: di Visconti, foto di Fellini, Sergio Leone, Robert De Niro, più giù Buster Keaton, Pasolini e, protagonista assoluto, un proiettore gigantesco che potrebbe avere l’età del cinema. In fondo a un corridoio che espone più pezzi di una sala del Louvre, c’è la stanza dove si stanno dando gli ultimi tocchi a
È l’inizio del film - che vede in esclusiva - e i due protagonisti, Jeremy Irons e Olga Kurylenko, si baciano con una passione che avrebbe fatto inorridire il parroco di Bagheria, il censore degli amori di
dalle forbici facili. Sono in una stanza d’albergo, alle sei dei mattino e prima di un congedo che pare definitivo (ma lei lo sa?) parlano di misteri che muovono le loro vite, di possibili non detti. Altra scena: Kurylenko infila nel drive del computer il dvd che ha appena ricevuto per posta: c’è Jeremy Irons che le ricorda - è un professore di astrofisica - di quando le aveva parlato per la prima volta del concetto di infinito, di cosa prova un’anima sperduta quando, tra tanti corpi, deve scegliere quello in cui reincarnarsi. Sembrano molte le corrispondenze in questo film di cui il regista e sceneggiatore confessa di aver lasciato che circolassero «sinossi non proprio rispondenti al vero, o per lo meno vere solo in parte, per proteggerlo. Sa, una volta un film che avrei dovuto fare e di cui era circolata una sinossi è stato recensito da un critico. Gli ha dato pure le stellette, ma il film non è mai esistito…». Corrispondenze dunque, nel senso tradizionale del termine, «lettere, comunicazioni digitali di ogni tipo, ma anche “corrispondenze d’amorosi sensi”» per dirla con Ugo Foscolo. E forse il riferimento non è del tutto peregrino: Kurylenko nel film è una stunt, una di quelle figure chiave dei film di azione, perché cadono, si feriscono e muoiono al posto delle prime attrici. «C’è un trauma nel suo passato» racconta Tornatore. «Quando sul set qualcuno le chiede: “Tra due mesi ci sarebbe da girare uno squartamento, ti va?”, la risposta è: “Quando c’è da rimetterci la pelle lei è felice”».
Sepolcri, In realtà è una storia d’amore dei nostri tempi. E l’amore spesso salva.
Più che i
sembra Freud…
Ken Loach confessa che, pur bravo a far la politica al cinema, è terribilmente imbarazzato dalle scene d’amore. Non è facile raccontarlo.
È la cosa più difficile, la si dà per scontata perché se ne sono viste tante di storie d’amore, ma è perché l’amore in sé è il mistero dei misteri. Tutti
Giuseppe Tornatore, nato a Bagheria nel 1956, sarà nei cinema italiani a partire dal prossimo 14 gennaio con il film