Corriere della Sera - Io Donna
“COSì ENTRO NEL MITO E PERDO LA LIBERTà”
Dopo anni di gavetta, e tanto cinema indipendente, finalmente per Oscar Isaac è arrivato il ruolo della svolta. Ma partecipare all’ultimo episodio della saga Star Wars significa rinunciare all’anonimato. “Perché dovete capire che questo per i fan non è un
Solo una questione di settimane, e ci dovrà mettere una pietra sopra. Mai più il piacere di gironzolare inosservato per le strade di New York, di sedersi tranquillo con Vera, la sua ragazza danese, in un caffè per studiare la gente che passa. Anonimato, addio: il 18 dicembre arriva nelle sale di mezzo mondo ( Italia compresa) diretto da J.J. Abrams e, nei panni del pilota Poe Dameron, Oscar Isaac entrerà di diritto nella famiglia reale della mitica saga creata da George Lucas nel 1977. Sul piccolo schermo, di recente, è stato il protagonista della miniserie della Hbo che racconta la battaglia per l’abolizione della segregazione razziale delle case popolari nella New York del 1987, e a maggio lo ritroveremo in Perché lui, su questo punto, non ha dubbi: «Devi trovare il modo di essere una
oggi, per diventare un attore protagonista ». La gavetta, in effetti, è stata lunga. Studente alla Juilliard School di New York (quella di
insieme a Jessica Chastain, quindi beniamino di critici e registi intellettuali e indipendenti - lo abbiamo visto in
Oscar Isaac, 36 anni. È tra gli interpreti di
dei fratelli Coen, A Most Viodi J. C.Chandor e Ex Machina dello scrittore-regista Alex Garland - a 36 anni Oscar Isaac Hernandez, madre guatemalteca e padre cubano, è un attore arrivato. D’ora in poi potrà scegliersi i film e i ruoli che vuole, ma non sembra disposto a montarsi la testa; continua a abitare a Brooklyn, a suonare la chitarra che ha studiato da bambino e dice che a Hollywood non vivrà mai. T-shirt nera, giacchetta striminzita, sottile e sorridente, ha un bel viso e occhi scuri profondi, intensissimi.
È il suo momento, ora tutti la vogliono.
Merito di Llewyn Davis, il personaggio del film dei fratelli Coen, che mi ha aperto molte porte. Lavoro molto, è vero, però ho una vita normale. Abito a Brooklyn, e mi piace, perché voglio mantenere un certo anonimato. Trovo sempre imbarazzante quando qualcuno mi ferma all’areoporto o mi scatta una foto, sono piuttosto timido e certe situazioni mi confondono.