Corriere della Sera - Io Donna

HO CONVINTO QUENTIN TARANTINO CON UN URLO!

Un film diretto da Tarantino molto atteso (The Hateful Eight) e un altro in stop-motion già premiato. Dopo anni di silenzio Jennifer Jason Leigh ora ritorna con due ruoli diversissi­mi che hanno un elemento comune: l’arte di saper alzare la voce

- Di Anna Maria Speroni, foto di Maarten de Boer

A53 anni jennifer Jason Leigh ha la stessa aria da ragazza di quando interpreta­va la giovane mamma che lavorava come pornostar, ma solo al telefono, in America oggi. Capelli lunghi, trucco al minimo indispensa­bile a parte le labbra rosse piuttosto accese, jeans, un maglione pesante, è quanto di più lontano da un’attrice hollywoodi­ana si possa immaginare. Eppure a Hollywood è nata e cresciuta: papà attore ( Vic Morrow, morto in un incidente mentre girava Ai confini della realtà di John Landis: ne seguì una causa legale con risarcimen­to per le figlie), mamma attrice e sceneggiat­rice ( Barbara Turner), a 14 anni già frequentav­a i seminari di Lee Strasberg. A 18, dopo alcune parti in tv, ingrassava una quarantina di chili (poi abbondante­mente persi) per interpreta­re una ragazza bulimica in The Best Little Girl in the World (molto amato negli Stati Uniti, mai arrivato da noi). Un anno dopo, il successo inaspettat­o di Fuori di testa, con i semi-sconosciut­i Sean Penn e Nicolas Cage (lì accreditat­o con il suo vero nome, Nicolas Coppola). Dopo Inserzione pericolosa e America oggi sembrava una di quelle attrici destinate a parti importanti per il resto della vita. Non è andata del tutto così: mai stata senza lavoro, ma nemmeno la si ricorda protagonis­ta in titoli di successo. Invece adesso ne arrivano due, ancora una volta grazie anche a quella voce che aveva colpito Robert Altman: The Hateful Eight di Quentin Tarantino (esce il 5 febbraio), dove Jennifer è l’unica donna tra i terribili otto; e Anomalisa (25 febbraio), il film in stop motion (una tecnica di animazione,

ndr) Gran Premio della giuria alla scorsa Mostra del cinema di Venezia dove “doppia” una donna grazie alla quale un motivatore/scrittore famoso riscopre per un momento la gioia di vivere. I registi sono Duke Johnson e Charlie Kaufman, quello dello stravagant­e e bellissimo Se mi lasci

ti cancello, considerat­o una specie di genio fuori dagli schemi del cinema americano. Dopo tanti anni, due film per cui si parla di nomination all’Oscar in categorie importanti. Come ha vissuto questi mesi? Sono due dei ruoli più belli che abbia mai avuto. È stato come essere riscoperta.

Non pensavo che mi sarebbe capitato, ormai. Una specie di miracolo. Addirittur­a. Eppure il pubblico la conosce bene; ha lavorato con registi come i Coen, David Cronenberg, Sam Mendes. Mi considero fortunata, infatti. Ci sono persone di talento che non riescono mai a emergere. In più quando è nato mio figlio ( Rohmer, 5 anni: il padre è il regista Noah Baumbach, ex marito di Leigh, ndr) mi sono fermata. È un mestiere strano, questo, non sai mai se lavorerai o no ed è uno stato mentale con cui devi far pace. Quindi accetti anche parti che

non ti convincono e pensi: chissà se mi capiterà ancora di fare qualcosa che amo. Le è capitato. Sì, ho adorato sia Anomalisa, sia The Hateful Eight. Sono film molto diversi tra loro. In

Anomalisa è un’impiegata che canta con molta dolcezza Girls Just Want To

Have Fun di Cyndi Lauper, nel trailer di The Hateful Eight la vediamo con la bocca insanguina­ta dire: «Se vai all’inferno, dì che ti manda Daisy».

Anomalisa è una ragazza semplice, deliziosa. Daisy, una specie di animale feroce. È una prigionier­a, deve sopravvive­re ed è

disposta a tutto per riuscirci. È intelligen­te, folle; e odiosa come gli altri, ovviamente. Mi sono divertita a interpreta­rla. Quando i personaggi sono lontani da te, in qualche modo è più facile. Anomalisa le assomiglia di più? Del film mi piace tutto: l’idea, la visione d’insieme, l’attenzione ai dettagli, il desiderio di amore e connession­e dei protagonis­ti, la speranza e anche la tristezza. Se fosse stato girato con persone vere sarebbe stato diverso? Completame­nte. Forse le sembrerò esagerata, però secondo me il film è rivoluzion­ario. Ci sono i pupazzi, ma i temi e i sentimenti sono così adulti che l’effetto è reale e irreale nello stesso tempo. È la prima volta che presta la voce in un film di animazione. Sì. Ho sempre desiderato avere una seconda vita, e la sensazione è stata un po’ quella... Il testo era nato per la radio. Kaufman lo aveva scritto per noi (oltre a lei, David Thewlis, la voce del motivatore, e Tom Noonan, voce di tutti gli altri personaggi, ndr). Lo abbiamo recitato in radio per la prima volta una decina di anni fa, per due sere. Poi a teatro, ma senza messa in scena: noi tre attori stavamo in piedi dietro al leggio. Quando si usa solo la voce serve più fantasia?

Servono più equilibrio e concentraz­ione. Devi essere un po’ zen... Ma c’è qualcosa di liberatori­o, anche. Tutta un’altra cosa il set di The Hateful eight di Tarantino: avete girato d’inverno in mezzo alla neve sulle Montagne Rocciose: è stata dura? Faceva molto freddo ma eravamo ben equipaggia­ti. Si sono presi cura di noi.

Anche Tarantino?

Nonostante le scene violente e spregevoli che gira, è un tesoro. Un pezzo di pane, gentile e sensibile. E pieno di entusiasmo.

Comunque, qualcosa in comune Ano

malisa e The Hateful Eight ce l’hanno: anche Tarantino ha detto di averla scelta per la sua voce. Per quanto forte riesce a urlare. In effetti, al provino mi hanno chiesto di farlo. Siccome volevo davvero quella parte, ce l’ho messa tutta. A costo di rischiare una figura imbarazzan­te.

Nonostante le scene violente che tanto ama, Tarantino è davvero un pezzo di pane. Gentile e molto

sensibile

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 ??  ?? Jennifer Jason Leigh, Tim Roth e Kurt Russell in The Hateful Eight. Sopra, Anomalisa.
Jennifer Jason Leigh, Tim Roth e Kurt Russell in The Hateful Eight. Sopra, Anomalisa.

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