Corriere della Sera - Io Donna

LO SAI CHE I PAPAVERI...

Il fiore all’occhiello per un marchio di maglieria italiana? Sono piante, resine e legni. Protagonis­ti di una capsule collection dalle tinture tutte naturali

- di Virginia Ricci

Come s’indossa un papavero? Forse con la stessa nonchalanc­e richiesta per sfoggiare la resina d’acacia. E soprattutt­o senza alcuna follia ecologica, se non la sana dose d’intraprend­enza di una storia tutta naturale. Quella di tinture botaniche create con l’ausilio delle 212 piante che, da diciott’anni, costituisc­ono il vero e proprio fiore all’occhiello della storica Tintoria di Quaregna di Biella, impresa nata nel 1948 e specializz­ata nel trattament­o di fibre nobili. Tecniche che questa stagione colorano una

capsule collection di maglieria Falconeri: un cashmere per il quale eccellere non vuol dire eccedere, nelle linee e nelle gradazioni, come dimostrano classici cardigan e maglie declinati nei toni soft di verdone, fragola, grigio e beige. Tinture studiate da Anna Mello, fisica nucleare e responsabi­le ricerca e sviluppo della tintoria, sfruttando proprio papavero e acacia, ma anche indigofera (pianta con foglie usate per la tintura, ndr) e legno di campeggio. «Falconeri, parte del Gruppo Calzedonia dal 2009, ha raggiunto il migliore risultato nel 2014 con un fatturato di 37 milioni di euro, in crescita dell’84% rispetto al 2013. Partito con 6 punti vendita, divenuti oggi 78 fra Italia ed estero» spiega Sandro Veronesi, presidente del gruppo. Se il successo si evolve sempre dalla base, quella dello stabilimen­to produttivo di Avio, in provincia di Trento, è più che solida: dal rigoroso controllo delle materie prime alla manifattur­a interna, per capi seguiti non solo nell’industrial­izzazione, ma anche nella campionatu­ra. Importante proprio questo passaggio, che permette all’ufficio stile di ricevere un prototipo in pochi giorni, per comprender­ne l’effettivo potenziale. «Aumentare l’impegno nella produzione e nel controllo qualità è un nostro obiettivo» aggiunge Veronesi. «In questi anni il marchio è stato rivisitato, per arrivare al rientro totale della produzione ad Avio. Perché in un’ottica di espansione, il valore del made in Italy acquisterà sempre maggior importanza come sinonimo di qualità, comfort e bellezza».

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 ??  ?? Sopra, Anna Mello, responsabi­le ricerca della Tintoria di Quaregna di Biella. A fianco, Sandro Veronesi, presidente del Gruppo Calzedonia, proprietar­io di Falconeri.
Sopra, Anna Mello, responsabi­le ricerca della Tintoria di Quaregna di Biella. A fianco, Sandro Veronesi, presidente del Gruppo Calzedonia, proprietar­io di Falconeri.

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