Corriere della Sera - Io Donna
ALIMENTAZIONE
Gravidanza: il piatto • “in-forma” per tutti e due
La dieta in gravidanza. Per sfatare le credenze che ancora circolano sul tema, il gruppo ospedaliero San Donato ha pubblicato un libro scaricabile gratuitamente ( semplice e immediato, contiene indicazioni utili per mangiare due volte meglio anziché il doppio, visto che i chili in più permessi sono 11-13. «Ingrassare troppo, dovrebbe essere chiaro, aumenta il pericolo di ipertensione, diabete gestazionale e problemi durante il parto» spiega Carlo Gastaldi, responsabile di Ostetricia e ginecologia all’Istituto Clinico Città di Brescia ( «Il cuore deve già lavorare il 50 per cento in più, affaticarlo oltre misura non ha senso». Quindi, sì a vegetali come carciofi, broccoli e cavolfiori, agrumi e uova: cibi leggeri, ma ricchi di folati, preziosi per la salute del bambino. Poi, serve buonsenso: «Non è vero che è necessario l’olio di ricino contro la stipsi, le voglie non producono macchie. Giusto, invece, non esagerare con caffè e alcol. Noi proponiamo un piatto “in-forma”, in cui i nutrienti sono bilanciati: un quarto di cereali integrali, un altro quarto di proteine nobili di pesce, uova, legumi e frutta secca, limitando la carne, e, per il resto, verdure e frutta di stagione, trattate poco o nulla». Uno studio su cavie di Cnr con Università di Milano e Modena-Reggio Emilia ha confrontato le risposte a quantità pari di nicotina, assunte con sigarette normali ed elettroniche. «L’e-cig è meno dannosa, ma non si conoscono gli effetti a lungo termine di tutti i suoi componenti» dice Mariaelvina Sala, fra gli autori. «Lasciandola, però, subentrano in modo più marcato ansia e comportamenti compulsivi». Si chiama Pain Generator il kit per misurare il dolore da questo mese fornito a tremila ambulatori di medici di base dalla Società di medicina generale (
Aiuta a capire il tipo e l’origine precisa del dolore cronico non oncologico, un problema per 15 milioni di italiani. Che, in un caso su due, sviluppano ansia e difficoltà quotidiane con costi stimati in 18 miliardi di euro all’anno. Obiettivo: evitare, con cure mirate, che il male diventi intrattabile. «Se l’intensità del disturbo è lieve, bene il paracetamolo; se è moderata, è meglio l’associazione paracetamolo e codeina; se è severa, sì a oppiacei di terzo livello» spiega Pierangelo Lora Aprile della Simg.