Corriere della Sera - Io Donna

Alicia Vikander

Non • famosissim­a da noi, ma • solo questione di tempo. PerchŽ Alicia Vikander, ventisette anni, 5 film in uscita quest’anno e due nomination ai Golden Globe, si avvia a diventare la svedese pi• desiderata di Hollywood dai tempi di Ingrid Bergman. Niente

- di Paola Piacenza

Forse non mi conoscete, sono svedese, ho uno stile minimale. Ma quest’anno usciranno 5 miei film. Viaggio tanto e spesso mi sento sola. Incontro persone molto interessan­ti, ma quasi sempre le sfiori e basta. Almeno per ora...

Vengo da un piccolo paese» dice. Ma non parla di un villaggio sperduto sugli Appennini, Alicia Vikander. Il piccolo Paese è la Svezia: ottimo sistema scolastico, l’inglese della protagonis­ta di cinque fi lm che vedremo quest’anno è quello di un’annunciatr­ice della Bbc. Quando The Danish Girl, il primo dell’infi lata (il 18 febbraio nei cinema), passò in concorso all’ultima Mostra di Venezia, Variety titolò: «Alicia Vikander potrebbe essere la vera trionfatri­ce». E dire che il protagonis­ta, Eddie Redmayne, fresco di Oscar per la trasformaz­ione in Stephen Hawking nella Teoria del tutto, aveva fatto un passo ancora più oltranzist­a calandosi nei panni di Einar Wegener/ Lili Elbe, il primo transessua­le della storia ad aver affrontato il percorso chirurgico del passaggio di genere, morendone al terzo, cruciale, intervento. Le salomonich­e nomination ai Golden Globe hanno messo le cose a posto: una per Eddie, una per Alicia che ne ha colleziona­te due, in realtà: una seconda per Ex Machina, uscito da noi in piena estate e passato quasi inosservat­o ( la premiazion­e sarà il 10 gennaio). Vikander se è travolta dagli eventi ( ha appena terminato di girare l’ultima puntata della saga di Jason Bourne) non lo dà a vedere: ai giornalist­i che le ricordano che lavora troppo (c’è ancora chi si ostina a farlo) risponde di aver fatto «due settimane di vacanza questa estate, come ogni svedese medio». A casa in compenso non torna da un bel po’, da quando ha cominciato a lavorare duro: «Da quattro anni in qua praticamen­te la mia vita sono tre valige». Casa, se ci stesse, adesso in realtà è Londra dove ha brevemente vissuto una love story molto fotografat­a con il collega Michael Fassbender e dove ha appena comprato un appartamen­to nella zona Nord: «C’ero venuta la prima volta nel 2012, condividev­o due stanzette a Notting Hill con due mie amiche svedesi che lavoravano come dj. Avevamo i topi in casa…». A 27 anni la scandinava più desiderata da Hollywood dai tempi di Ingrid Bergman dà l’impression­e di aver colleziona­to esperienze per almeno mezzo secolo: a 5 anni decide che vuole passare la vita in tutù guardando Lo schiaccian­oci a teatro. A 15 lascia la nativa Göteborg e va a Stoccolma da sola per studiare danza, ma è mentre interpreta un ruolo recitativo, la strega delle Silfidi, che ha la rivelazion­e. Figlia di una veterana del palcosceni­co, Maria Fahl Vikander, non ha problemi a trovare ingaggi come attrice. Di lì a diventare materiale da esportazio­ne il passo è breve. La sua Gerda in The Danish

Girl, moglie comprensiv­a (troppo?) di Einar Wegener, corrispond­e all’adattament­o cinematogr­afico della trasposizi­one romanzesca ( La danese di David Ebershoff) di una storia vera. Naturalmen­te «una fonte di ispirazion­e» per l’attrice.

Dov’• la sua grandezza?

Vede la persona vera che c’è dietro l’uomo che ama ed è pronta a sacrificar­si per lui, ad accompagna­rlo nel percorso difficilis­simo che Einar/ Lili ha scelto. Sapendo che il proprio destino sarebbe stato quello del lutto, per un amore, per una persona che non c’era più.

Gerda era un’artista, una donna molto indipenden­te in un’epoca in cui non doveva essere facile.

Era una pittrice, come suo marito, ma lui aveva più successo di lei, almeno all’inizio. Io mi trovo in un’industria che è completame­nte mascoliniz­zata, ho lavorato solo con uomini

Lavoro in un’industria mascoliniz­zata... In Svezia grazie al femminismo l’uguaglianz­a tra uomini e donne non è più oggetto di lotta né di discussion­e da tempo

di recente e non parlo del fatto che ci siano poche registe e produttric­i, dico che solo in un fi lm ho girato una scena con un’altra donna! Gerda viveva negli anni ’20, ed era un’artista. Immagino che per lei la vita non fosse facile, per me lo è sicurament­e molto di più, ma forse certe volte è un po’ surreale. Per noi, in Svezia, “femminismo” vuole dire uguaglianz­a, non è più oggetto né di lotta né di discussion­e, da un bel po’ di tempo.

Sono così retrogradi sul suo posto di lavoro?

Qualcosa sta cambiando: grandi fi lm come Hunger Games o Insurgent sono la prova che una donna può reggere il ruolo di protagonis­ta assoluta. Vorrei essere parte del cambiament­o, ma vengo da un piccolo Paese… Tengo i piedi per terra.

La solitudine che una vita da straniera e per di più itinerante comporta non la spaventa?

Ero pronta a molto quando questo è cominciato, ma non a tutto. È vero, quando viaggi tanto, spesso ti senti solo. Incontri un sacco di persone interessan­ti, ma quasi sempre ti limiti a sfiorarle, non c’è il tempo di creare veri rapporti. Adesso piano piano sto facendo amicizia con qualcuno, persone che ritrovo da un set all’altro e non parlo solo di attori… Per fortuna non ho perso i contatti con la mia famiglia e i miei amici. Quando ho lasciato la Svezia mi dicevano “Vedrai, non ci perderemo”, ma io temevo che fosse solo una rassicuraz­ione teorica ed ero spaventata all’idea che potessero dimenticar­si di me, se non mi avessero visto per troppo tempo. Ma non è stato così.

Sua madre è un’attrice e lei ha finito per seguirne le orme. Suo padre è uno psichiatra. L’ha influenzat­a in qualche modo?

I miei si sono separati quando ero piccolissi­ma e io ho vissuto in parte con mia madre in parte con la nuova famiglia di mio padre. Mi hanno sempre coinvolto in conversazi­oni interessan­ti e continuano a essere presenti nella mia vita. Non prendo nessuna decisione senza averli sentiti.

Con il cinema anche la moda le ha spalancato le porte: è la nuova ambasciatr­ice della maison Vuitton. Che rapporto ha con quel mondo?

Nella vita di tutti i giorni continuo ad avere uno stile molto “scandinavo”, minimale, comodo. Ma da quando ho l’occasione di indossare abiti di couture ho avuto una folgorazio­ne: la prima volta è stato a Cannes, due o tre anni fa, Valentino mi aveva invitato a scegliere un abito. Ricordo che non riuscivo nemmeno a parlare. Intorno a me c’era gente che mi chiedeva quale volessi provare e io non emettevo un suono. Erano tutti fatti a mano, ognuno dei mille bottoni, delle mille impunture era stato lavorato da una sarta esperta. Un’opera d’arte.

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Alicia Vikander • nata a Gšteborg, in Svezia. Ha debuttato come ballerina classica.
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 ??  ?? Alicia Vikander in due scene da The Danish Girl (qui sopra, con Eddie Redmayne). Il film esce il 18 febbraio.
Alicia Vikander in due scene da The Danish Girl (qui sopra, con Eddie Redmayne). Il film esce il 18 febbraio.

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