Corriere della Sera - Io Donna

DORMIRE, MUOVERSI, SEMPLIFICA­RE: LA FELICITË é UN’ABITUDINE

Gretchen Rubin ne è convinta. L’autrice del bestseller “The Happiness Project” nel nuovo libro ci svela quali sono le consuetudi­ni cui dire addio e gli stratagemm­i da adottare. Con intelligen­te leggerezza, perché...“Cambiare è facile”

- di Maria Laura Giovagnini, foto di Crena Watson

Tutto inizia in un autobus, sotto una pioggia battente. ÇMi ritrovai a pensare: Cosa voglio davvero dalla vita? La risposta era evidente - essere felice - ma in quell’attimo realizzai che non mi ero mai chiesta: come riuscirci?È. Da allora, l’avvocata Gretchen Rubin si • trasformat­a in ricercatri­ce e, dal 2009, in “guru”: il suo Progetto felicitˆ • diventato un bestseller mondiale, tradotto in 30 lingue. Da brava americana, ha un approccio pragmatico al tema (ÇMai capito chi sostiene: la felicitˆ • una scelta. In che modo si pu˜ “scegliere” uno stato emotivo?È) e ha continuato le esplorazio­ni. ÇHo notato che spesso si ripete lo stesso schema: ci si dˆ un obiettivo, per˜ le abitudini si rivelano un ostacolo. E, visto che ogni giorno ripetiamo il 40 per cento dei comportame­nti, migliorand­oli rendiamo l’esistenza pi• gioiosa, pi• sana e pi• produttiva­È. Facile a dirsi... ÇFacile anche a farsi, se si sa comeÈ assicura lei, che - appunto

- ha appena pubblicato da Sonzogno Cambiare • facile. Tempismo perfetto: è il momento dei buoni propositi di inizio anno. Tutti si prefiggono di “mettere a posto” qualcosa, non tutti hanno la forza sufficient­e.

Obiezione: le abitudini - per quanto positive - non limitano troppo la libertà? Non siamo già abbastanza schiavi dell’ansia da prestazion­e?

Al contrario! Ci liberano: non dobbiamo operare scelte in continuazi­one. Che fatica sarebbe dopo i pasti doversi chiedere: mi lavo i denti o no? Se qualcosa diventa una costante, si sbloccano tante energie.

Da dove è meglio cominciare?

Da quel che rafforza l’auto-controllo, che è il fondamento. Dormire a sufficienz­a, muoversi ( l’esercizio fisico non deve essere per forza intenso), mangiare e bere “bene”, liberarsi dell’inutile (l’ordine contribuis­ce al senso di calma e padronanza).

Lei da che cosa ha iniziato?

Dal sonno. Oggi se ne sottovalut­a l’importanza, non volendo rinunciare a quei momenti serali che spesso sono gli unici “per sé”. Mi sono puntata la sveglia sull’ora a cui... andare a letto! Poi mi sono imposta la “regola di un minuto”: se un’azione richiede un minuto (sciocchezz­e come appendere il cappotto), non rimando. È incredibil­e quanto tempo si risparmi così! Ah: mi alzo in piedi se parlo al telefono. Stare seduti è il nuovo fumare, un vizio dannoso.

In realtà, in Italia sono ancora in parecchi a fumare.

Prima cosa, bisogna chiedersi perché: si fuma per sembrare trasgressi­vi? Sfogare l’ansia? La chiave per abbandonar­e consuetudi­ni dannose è conoscersi in profondità, in modo da usare l’approccio che funziona meglio.

Ha detto niente.

Mah... In sostanza, ci dividiamo in quattro categorie, a seconda di come rispondiam­o alle aspettativ­e dell’esterno e a quelle personali. I costanti (reagiscono subito, non vogliono deludere né se stessi né gli altri); i dubbiosi (si convincono solo dopo attento vaglio); gli accondisce­ndenti (reagiscono a quelle altrui, faticano a soddisfare le proprie); i ribelli (resistono a qualsiasi tipo). Io? Sono una costante.

Quale gruppo ottiene i risultati migliori?

Non è questione di gruppo: più felice e di successo è chi impara a sfruttare al meglio la disposizio­ne naturale e a controbila­nciarne i limiti. Fondamenta­le, ripeto, è conoscersi. Ci sono “le allodole” e “i gufi”: se sei uno che dà il massimo alla sera, non puoi piazzarti la ginnastica al mattino... Perché è così difficile cambiare benché lo desideriam­o? Non possiamo aspettarci di essere motivati dalla... motivazion­e. Il punto non è il desiderio di cambiare, il punto è: come cambiare. Appunto, come? Monitorand­o le azioni con accuratezz­a (si mangia sempre un po’ più del previsto, si fa attività sempre un po’ meno), programman­do (e quindi ripetendo in modo prevedibil­e), tenendo una sorta di “contabilit­à”.

Trappole da evitare?

Le scappatoie, le scuse. Siamo così bravi a giustifica­re le trasgressi­oni! Prendiamo il cibo, per esempio: si va dal “comincerò domani” a “l’esistenza è troppo breve per non concedersi un dolce”. Secondo alcune ricerche bastano 21 giorni per formare un’abitudine... Sfortunata­mente, non c’è un numero magico!

La vera chiave per non fallire è conoscersi profondame­nte... In definitiva, ci dividiamo solo in quattro categorie: i costanti, i dubbiosi, gli accondisce­ndenti e i ribelli

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 ??  ?? Gretchen Rubin, già avvocato e, dal 2009, “guru della felicità”. A destra, la cover di
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Gretchen Rubin, già avvocato e, dal 2009, “guru della felicità”. A destra, la cover di Cambiare • facile (Sonzogno).

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