Corriere della Sera - Io Donna

Momento divino. Il racconto e la scheda

Fine della storia. E la cardiologa cambia ospedale

- di Camilla Baresani e di Gelasio Gaetani d’Aragona

Chi ha letto l’ultimo Momento Divi

no ricorderà la storia di Carla: le malelingue dell’ospedale dove lavorava le attribuiva­no una relazione col primario raccontand­o fatti mai accaduti. Unica consolazio­ne, nel corso di questa campagna odiosa da cui non poteva difendersi, era il fatto che nel frattempo Carla avesse una relazione clandestin­a con un cardiologo trentaduen­ne e sposato, mentre lei ne aveva quindici di più ed era libera. Paradossal­mente, nessuno si era accorto di questa tresca reale. «Se apri un’altra bottiglia, ti racconto anche la storia col giovane medico». Scelgo un rosé dai riflessi rubino, adatto al racconto di una storia passionale. «Un giorno, a un anno dall’inizio della nostra storia, che era di puro divertimen­to senza promesse né aspettativ­e, Marco dice che mi ama e vuole vivere con me. Io, benché lusingata, un po’ mi spavento: lui non rientrava nella mia idea di futuro, e poi non volevo essere responsabi­le di una separazion­e. Per cosa poi? Per restare tutta la vita insieme? Non ci credevo». Carla fa la vaga, ma lui si incaponisc­e, le giura che non tocca più la moglie, che anzi gli ripugna, e fa progetti per un futuro insieme. «Un pomeriggio, Marco mi mostra sul suo telefono la foto di un albergo della Provenza dove vorrebbe portarmi. Proprio in quel momento, sullo schermo compare una notifica, e c’è il nome della moglie, Puppi, e Puppi gli scrive: “Rotte acque, in auto verso la Mangiagall­i...”. Lui farfuglia qualcosa di inappropri­ato, tipo “è stato un incidente”, e io scoppio a ridere sia per la goffaggine e l’assurdità della scena sia per nascondere l’umiliazion­e». Ovviamente Carla lascia Marco, ma lui sostiene di non essere sicuro che il figlio sia suo, diventa ossessivo e Carla comincia a temerne le reazioni. Così, appena riesce, cambia ospedale. «La morale di questa storia» mi dice mentre centellini­amo l’ultimo bicchiere «è che il mobbing dei maldicenti era niente rispetto a quello di un amante maldestro e disturbato». Sospira: «C’è anche un’altra morale: avrei dovuto decidermi prima a cambiare ospedale. Ora mi trovo molto meglio, e forse diventerò vice primario».

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