Corriere della Sera - Io Donna
FEMMINILITà A SORPRESA
se cercate una frase per iniziare il nuovo anno, se temete la banalità e in quanto donne avete alcune rimostranze, provate questa: “La femminilità è come l’alcol. Non so mai quanto posso assumerne senza vomitare”. Va bene, non è un buon proposito, ma potrebbe essere una buona premessa. Per una riflessione, magari un’evoluzione, di sicuro l’ammissione di qualche dubbio. La frase l’ha detta, a dicembre in un’intervista, Jill Soloway, creatrice della bella serie tv
su un padre che a 68 anni cambia il suo nome in Maura e indossa lunghi abiti in tessuto stampato, su suo figlio e le sue due figlie che - pure loro anche se meno - esplorano la loro identità sessuale. Soloway - cinquant’anni, aspetto mediamente femminile secondo i medi canoni - non è l’unica, se ci si pensa, a pensarla così: tanti elementi - tanti stereotipi - femminili, tacchi, trucchi, boccoli, malizie e riservatezze, possono essere, come il vino, un fluidificante sociale. Certe provocazioni sessuali sono come i superalcolici. Battute e ilarità da squinzie hanno l’effetto di una birretta. Alcuni smalti semipermanenti infastidiscono come un cattivo spritz. Tutte queste cose, se in eccesso, tendono a sopraffare, a reprimere altre pulsioni, a far perdere un sacco di soldi e tempo, a far sentire, più che una persona, un cliché (Soloway ha due figli da due mariti, ora sta con una poetessa, suo padre ha fatto
da anziano, annunciando che si sentiva donna e voleva essere chiamato Carrie; insomma, qualcosa ne sa).