Corriere della Sera - Io Donna

MATERNITà SURROGATA/2

- Cit saltus. Natura non fa- blog.iodonna.it/marina-terragni

sul web gira il video di una piccola orango tolta precocemen­te a sua madre. Le immagini sono penosissim­e, l’animaletta batte la testa nel muro, si abbraccia da sola, strabuzza gli occhi, rifiuta il biberon. Chi vede lascia il proprio commento contro la crudeltà umana. Se andate in un allevament­o di cani per prenotare un cucciolo vi diranno che dovrete attendere i due mesi di vita - per alcuni allevament­i tre - per potervelo portare a casa: deve svezzarsi, imparare dalla madre l’essenziale della caninità, completare il processo di individuaz­ione, e nel caso di un cane serve quel tempo. Alla nostra specie, molto più lenta in relazione alla maggiore durata media della vita, ne serve molto di più: due anni almeno, tre secondo altre scuole, come quella della psicoanali­sta Margaret Mahler. La creatura, tutt’una con la madre durante la gestazione, continua a sentirsi tutt’una con lei dopo essere nata, nel senso di essere un unico corpo, prendendo gradualmen­te misura e coscienza della propria individual­ità.

A quanto pare molti non sono propensi a riconoscer­e a una creatura umana quello che si riconosce a un orango o a un cane, cioé che la creatura debba stare accanto a quella che lei riconosce come la madre. Mi riferisco all’utero in affitto o maternità per altri. Capita talora che la madre non riconosca il figlio neonato: qui ci troviamo di fronte a cause di forza maggiore. Ma nel caso di maternità per altri l’abbandono avviene per contratto, e tanti non ci trovano niente da dire. Quello che vale per l’orango non vale per noi. A me pare un odio suicidario per la nostra stessa specie. Perché?

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