Corriere della Sera - Io Donna
RAGAZZE CHE (STRA)MANGIANO
è giusto fare autoironia sui disordini alimentari delle donne? Come no. Anche solo per mettersi in pari con gli infiniti prodotti culturali sui guai maschili, dal mondo prostatico di Philip Roth giù giù fino alle commediemonnezza. Ed è interessante, e importante, quando è fatta bene. Tanto da far selezionare una webserie da ridere su una ragazza bulimica per il Sundance Film Festival. La serie si chiama
si può vedere in streaming, anche se non si capisce l’inglese si capisce benissimo. L’autrice protagonista regista, Jessie Kahnweiler (a coprodurre sono il sito per giovani femmine Refinery29 e la creatrice della serie capolavoro Tran
Jill Soloway) è una ragazza come decine di milioni. Che finge di mangiare poco e poi si abboffa di nascosto, anche ripescando pezzi di torta dal secchio della spazzatura. Che fa e subisce tutte le miserie ben note a chiunque abbia problemi di e bulimia ( Kahnweiler, quando può, vomita). Che soffre le sue imperfezioni, poi, non solo perché lei non riesca ad amare se stessa e il suo corpo (non si ama); perché gli altri non lo amano abbastanza, e lei si deprime, e rimangia, e rivomita. Kahnweiler, 30 anni, è contenta delle buone critiche alle sue scene ufficialmente disgustose, perché poi, fa notare, «in tv vedi ogni minuto violenze di ogni genere e donne stuprate. Ma mostrare una ragazza che mangia sembra una scelta radicale». Lo è, si spera non per molto, si spera che ridendo si possa star meglio.