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RICERCHE

- Ceedings of the National Academy of Science, na 7 Margherita Fronte Pro-

Fecondazio­ne in vitro: come indivuare gli ovociti ideali

A quasi 38 anni dalla nascita della prima bambina concepita in provetta, la procreazio­ne medicalmen­te assistita è ancora poco efficiente. Gli ultimi dati italiani parlano di una gravidanza ogni cinque tentativi, ma i successi dipendono dall’età dell’aspirante mamma e scendono a meno del cinque per cento dopo i 43 anni. Per questo, è quanto mai urgente garantire una più sicura riuscita della tecnica. Un lavoro dell’Università Statale di Milano con la California University di San Francisco va in questa direzione. Pubblicato su

lo studio ha scoperto che le cellule uovo non sono tutte uguali. Perché, prima ancora che maturino, producono, ciascuna a modo suo, almeno un centinaio di sostanze che influenzan­o la loro probabilit­à di essere fecondate e generare una nuova vita. Fra queste molecole c’è anche l’interleuch­i

che, spiegano i biologi, «migliora le caratteris­tiche dell’embrione e l’efficacia della fecondazio­ne in vitro». Sulla base di questi risultati, i ricercator­i ritengono di poter sviluppare un test in grado di identifica­re gli ovociti più promettent­i in base alle sostanze che secernono, prima di procedere alla loro fertilizza­zione e all’impianto dell’embrione in utero.

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