Corriere della Sera - Io Donna
MICHELE EMILIANO, L’ANTI TRIVELLE
raccontano che voglia scalare un centinaio di gradini per accedere - finalmente - alla politica nazionale. Sostengono che miri a fare l’anti-Renzi. Insomma, se ne dicono tante su Michele Emiliano, presidente della Puglia, che sta combattendo la sua guerra contro il premier sul terreno del referendum sulle trivelle. Ma una domanda è d’obbligo, e chissà per quale motivo non gli viene posta: perché qualcuno dovrebbe intestarsi una battaglia persa in partenza, dal momento che anche Emiliano, che è uomo abile e accorto, sa che quel referendum non raggiungerà mai il La risposta è semplice: per emulare Marco Pannella. Già, non tutti ricorderanno che il leader radicale nelle sue campagne elettorali, decenni fa, si schierava sempre dalla parte dell’astensionismo. Così il suo partito da una percentuale a una cifra triplicava, quadruplicava...e anche molto di più, perché lui si intestava il non voto e persino le schede bianche. Ciò che vuole fare Emiliano con tutti i “sì” che usciranno dalle urne del referendum sulle trivelle. Tutti suoi, anche se non è vero. In questo modo otterrebbe due risultati: dimostrare di avere una dimensione nazionale, che ancora non ha, e tagliar corto sulle polemiche, provenienti anche (o, meglio, soprattutto) da sinistra di chi dice che in Regione non fa nulla e quel poco che fa consiste nel demolire il lavoro svolto dal suo predecessore, Nichi Vendola. Ma per fare Pannella, bisogna essere Pannella. E, come direbbe Totò, Emilano non lo è.