Corriere della Sera - Io Donna

EDUCAZIONE

- Parlare di Isis ai bambini, Cristina Lacava Staphyloco­ccus aureus Enterococc­us faecalis, Escherichi­a Candida, coli

Isis: le parole per dirlo (ai bambini)

Dopocena in famiglia, tv accesa: ed ecco, terribili, le immagini di Bruxelles. Che fare? «Gli adulti devono contenere ansia e paura, per non allarmare i figli piccoli» dice lo psicoterap­euta Alberto Pellai, uno degli autori del libro

curato da Dario Ianes (Erickson). «Serve un messaggio rassicuran­te: è successa una cosa brutta ma lontano. I bambini non sanno geolocaliz­zare, uno tsunami può accadere dietro casa. Devono sapere che saranno protetti». E se domandano: colpiranno anche da noi? «Rispondiam­o: nella nostra comunità si lavora perché non succeda, ci sono persone che si occupano della sicurezza. E mamma e papà sono qui con te». Importante è dire no alle generalizz­azioni: se i terroristi sono islamici, vuol dire che gli islamici sono terroristi? «Un genitore ha il dovere di ricordare a suo figlio che ci sono tanti islamici fra i suoi amici. Un terrorista è un pazzo. Ma è lui che sbaglia, non il suo Paese, né la fede. I figli vanno educati alla convivenza civile e alla democrazia». Più efficace dei comuni disinfetta­nti, il grafene, formato solo da carbonio, potrebbe presto diventare un prezioso alleato per la pulizia negli ospedali. Per uno studio dell’Università Cattolica e del Cnr di Roma, in soluzioni liquide o gel, elimina il 90% dei batteri delle specie ed e quasi

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