Corriere della Sera - Io Donna
“SONO UNA SAPIOSEXUAL: PAURA EH?” “Sono attratta dal cervello, che te ne fai di un uomo bello ma poco acuto?” dice Greta Gerwig, nuova icona del cinema indipendente americano. Che in “Il piano di Maggie” perde la testa per un velleitario scrittore sposato
on le va che la identifichino con i suoi personaggi innocenti, goffi, strampalati o cerebrali: dall’insicura Florence di all’esuberante studentessa di Vassar di (che vive a Brooklyn e balla per le strade) fino alla nevrotica e confusa Brooke di Adesso, che impersona l’intellettuale newyorchese protagonista di la commedia romantica di Rebecca Miller (nei cinema italiani il 30 giugno, vedi l’intervista a pag. 28), Greta Gerwig, riflessiva, cerca le parole giuste per evitare i cliché o si ritrae a riccio per poi uscirsene con una battuta fulminante. Si presenta alle interviste con un look impeccabile e studiato, in aperta contraddizione con quello post-preppy-hippie-funky delle sue eroine cinematografiche: camicia bianca e gonna amaranto. Certo la Gerwig - a 33 anni una delle attrici, scrittrici e filmmaker più singolari del cinema indipendente - ha il genio di spiazzarti e giocare con i contrasti. Presenza costante al festival indie di Sundance, è un personaggio rilevante della scena culturale newyorchese, lei che, in realtà, è una vera
Greta Gerwig, 33 anni. Di origine tedesche, è nata a Sacramento e proprio nella città californiana ambienterà il suo primo film da regista,
girl. « Sono felice di essere nata a Sacramento, non so perché mi si identifichi con New York, quando invece sono un autentico prodotto della cultura californiana, con tutte le sue aperture e i suoi limiti». E incalza: «Lo sa, proprio nella mia città girerò tra qualche settimana il mio primo film da regista, con Saoirse Ronan: finalmente la gente, quando mi vedrà, potrà dire “Oh that Sacramento Girl!”». E ride.
Greta, quando si lascia andare, ti diverte: racconta la sua vita in modo che già sembra una pagina di sceneggiatura. «Da piccola studiavo danza classica e mi impegnavo con tutta me stessa; poi, a 13 anni, il mio corpo cambiò, non era adatto alla carriera da ballerina: allora cominciai a scrivere». Al college studiò filosofia, letteratura, teatro e cinema. «Dovevo decidere se diventare filosofo, scrittore o attore». Forse non l’ha ancora stabilito: ha abbracciato piuttosto, con levità e spirito, la contiguità di quelle discipline,