Corriere della Sera - Io Donna
“MI HA INSEGNATO TUTTO LA BABY SITTER” Era stufa di cantare nei bar per 50 euro a serata. Poi due grandi produttori hanno scommesso su di lei e ora Joan Thiele, italiana con radici svizzere e argentine, per il suo primo mini album punta su un pop chic. Is
Ci sono oggetti che ci rappresentano. Una pietra raccolta sulla spiaggia di Brighton, il “mare” dei londinesi, ci racconta di Joan Thiele, cantautrice esordiente classe 1991, più di tante parole. «È la preferita della mia collezione. Le raccolgo sin da bambina su suggerimento di uno zio omeopata che mi diceva di associare a un elemento naturale un pensiero positivo».
Nome completo Alessandra Joan Thiele, nata sul lago di Garda, albero genealogico senza confini. A pochi mesi si è trasferita in Colombia perché papà, che lì vive ancora, voleva raggiungere un fratello. Ma in famiglia c’erano già radici sudamericane, con una nonna svizzera che era emigrata e un nonno con origini latine. Le scuole le ha fatte in Italia, quindi dopo il liceo linguistico decide di andare in Inghilterra. «Per amore di un musicista conosciuto durante una vacanza. Ci sono rimasta un paio d’anni e la voglia di fare musica è nata in quel periodo». Torna in Italia e si mette alla prova. «Tampinavo i proprietari dei locali via Facebook. Serate voce e chitarra, scrivo i pezzi, l’acustico è la mia dimensione preferita. La prima volta che ho suonato dal vivo, a Salò, il proprietario a fine serata mi ha detto “non suoni bene, lascia stare”. Mi sono impegnata e un anno dopo, nel 2013, mi sono esibita al Acoustic Guitar Meeting di Sarzana » racconta. Il disco ha una produzione più sofisticata, fra le atmosfere dark di Lana Del Rey, il soul-dub di Selah Sue, il cantautorato di Regina Spektor. Insomma un pop chic e contemporaneo figlio di una passione onnivora. «Da bambina ascoltavo