Corriere della Sera - Io Donna

IN TRIBUNALE IL PC C’È, MA NON FUNZIONA

- Fsarzanini@corriere.it

giustizia veloce, efficiente, al servizio dei cittadini. Quante volte abbiamo sentito ripetere queste promesse? Da quanti anni i vari ministri della Giustizia che giungono nel dicastero in via Arenula a Roma annunciano che, entro breve, il sistema sarà modernizza­to? Parole, come dimostra quanto accaduto appena qualche settimana fa. Racconta un giudice: «Solo per informazio­ne, per sapere come funzionano le cose negli uffici giudiziari, vi spiego che è iniziata la distribuzi­one, fra i giudici del tribunale di Roma che ne hanno fatto richiesta, di alcuni nuovi personal computer portatili; sembrava un evento ed eravamo tutti contenti! L’ho appena ritirato e mi hanno avvisato che, benché il pc sia nuovo, il software dovrà essere aggiornato, peraltro con una procedura complessa che non è ancora operativa! Ma si può organizzar­e una fornitura di pc in questo modo?». Quanto basta per aprire il dibattito e così, fra i colleghi, c’è chi dà suggerimen­ti, chi racconta la propria esperienza. Uno è perentorio: «La regola da seguire è di non accendere il computer prima che sia configurat­o. Lo dico perché è già successo, è stato avviato e non ha più funzionato». In realtà, non è l’unico problema. Un altro magistrato ne pone un altro, ugualmente serio: «Voglio segnalare che i computer non sono configurat­i per il wi-fi perché mancano i drive interni». Una situazione tanto grave da convincere la maggior parte delle toghe a prendere una decisione drastica: «Sono notebook fuori mercato che oggi non verrebbero venduti neanche nei negozi di usato. Ho deciso di restituirl­o».

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