Corriere della Sera - Io Donna

Piccola (ma buona) come un’acciuga

- Di Ornella D’Alessio bagnun

Forse la più piccola trattoria di Genova, nel dedalo delle “vie dell’amore” cantate da Fabrizio De André, zona in rinascita grazie anche alla forza creativa di Giorgia Losi. Giovane, entusiasta e determinat­a, ha abbandonat­o il posto fisso nel mondo della pubblicità per lanciarsi nella ristorazio­ne. Il primo grande sostenitor­e è stato il papà Giorgio. Lei si è prima innamorata del locale, che nei secoli è stato magazzino, macelleria, pescheria, poi ha optato per arredi essenziali e cucina semplice e genuina. In un anno la Trattoria dell’Acciughett­a è diventato uno degli indirizzi cool.

raccolto e accoglient­e. Trenta coperti che nella bella stagione, con il dehor in piazzetta, sfiorano i cinquanta. Originali le pietre, le travi e i mattoni a vista. L’autenticit­à del posto è garantita dalle antiche putrelle in ferro battuto e

Ambiente:

dai lastroni di ardesia, che richiamano i materiali usati nel porto a pochi passi.

per le coppie il tavolo rotondo in marmo, per un gruppetto di amici il primo tavolo quadrato entrando a sinistra. Gli aficionado­s chiedono il tavolino d’angolo, detto il pensatoio.

il pesce fresco è il re della tavola, declinato in piatti della tradizione come il di acciughe (con il pane carasau) e in pietanze innovative come la “Triglia Meraviglia”, ripiena di erbette liguri, servita su crema di burrata e guarnita con scorzette di limone (il nome del piatto è stato scelto con un sondaggio sui social).

informale. Sconsiglia­ti i tacchi per il selciato sconnesso del centro storico genovese.

Il posto migliore: Menu: Dress code: Controindi­cazioni:

non c’è il doppio turno e per il sabato bisogna prenotare con grande anticipo.

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