Corriere della Sera - Io Donna
L’AIUTO NEGATO ALLE DONNE
rubrica seria. Rubrica che invita a essere seriose, impiccione, interventiste. Quando uscirà, molti/e si saranno già scordati/e di Sara Di Pietrantonio, 22 anni, bruciata viva a Roma da un giovanotto che aveva avuto l’ardire di lasciare. Qualcuna avrà condiviso un post su Facebook; qualcuna avrà aderito a qualche graziosa e non faticosa iniziativa anti-femminicidio; altre avranno, ritualmente, parlato di femminicidio. Poche si sono accorte che negli stessi giorni il Comune di Roma ha annunciato la chiusura del centro antiviolenza “Donatella Colasanti e Rosaria Lopez” (torturate, Lopez uccisa, Colasanti traumatizzata fino a morte prematura, da tre fighetti tanto di buona famiglia). Il centro ha aiutato diecimila donne, almeno. La Regione Lazio (quella di Batman, della sanità convenzionata allegrissima, dell’Irpef più alto d’Italia) ha deciso di esigere vent’anni di affitto. Intanto, come sempre, si chiudono alle richieste d’aiuto parenti amici e anche amiche delle donne perseguitate. Succede spesso. I racconti delle infinite donne aggredite e minacciate da compagni ed ex - non solo ragazze, non solo sprovvedute - non vengono presi sul serio; pochi agiscono, pochissimi danno una mano e affrontano i persecutori. Chi cerca appoggio viene trattata come una paranoica, e poi «lui poveretto - l’ho incontrato -sta malissimo perché lei lo ha lasciato», regolarmente (tutte conosciamo di prima mano storie così; in tante abbiamo rischiato di finire come Sara, poi tutti/e lo hanno rimosso, vabbe’).