Corriere della Sera - Io Donna

Sarà trasmessa giovedì 23 giugno su Rai2, in seconda serata, la cerimonia di consegna delle Mele d’oro con cui la Fondazione Bellisario premia i grandi traguardi femminili. Oltre a imprenditr­ici, manager, giornalist­e e figure istituzion­ali, fra i 15 nomi

- Ndr)

fondazione­bellisario.org

attuarle, per potenziare il sostegno alle vittime, per creare più posti nei nidi affinché le madri lavorino serenament­e e si rendano indipenden­ti. Solo con maggiori risorse non leggeremo più certe cronache terribili. La violenza di genere non sembra però una priorità politica. Il governo ha fatto poco, diciamo la verità: non c’è stata la sensibilit­à che mi sarei aspettata. Eppure questo Parlamento ha il 31 per cento di presenze femminili: non era mai successo nella nostra storia. Le battaglie per le donne si possono fare. Qual è stata la sua battaglia più dura? Nei miei cinque anni da deputata (dal 2008 al 2013 con il Pdl, ne ho viste talmente tante… Lavorando alla legge sulle quote di genere, mi sentivo dire: «E poi dove le troviamo, queste donne competenti da mettere nei Cda? ». In pochi mesi ho recuperato tremila curriculum eccellenti, presentand­oli alla Camera e organizzan­do un corso di perfeziona­mento gratuito. Intanto mi intimavano di ritirare la legge, di smetterla, ma a ogni intoppo mi arrivavano migliaia di email di sostegno dalla catena di donne che avevo in tutta Italia. Bisogna combattere per le cose in cui si crede. Qualche anno fa parlava di fondare un partito delle donne. Ci pensa ancora? Avevamo pure registrato il logo e il nome, “Avanti donne”. Ci siamo fermate per mancanza di fondi. Oggi creerei un partito non di sole donne, ma con i capolista donne: abbiamo così tante energie, ormai, in politica. Guardi al trionfo femminile in queste elezioni amministra­tive. Comunque non demordo: quel partito resta il mio sogno nel cassetto.

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