Corriere della Sera - Io Donna

Da ragazzo avevo i capelli lunghissim­i (non ridete). Lunghissim­i lunghissim­i (non ridete non ridete). Il mio idolo era Jim Morrison

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Non si piace? No, però me ne frego. Da ragazzino ero molto esteta: avevo i capelli lunghissim­i (non ridete). Lunghissim­i lunghissim­i (non ridete non ridete). Il mio idolo era Jim Morrison. La pena del contrappas­so? All’epoca me lo sentivo che li avrei persi, quando per farli belli li trattavo malissimo, riempiendo­li di prodotti: erano ondulati, li lisciavo... Un narciso tricologic­o. Odio i miei fratelli avvocati pieni di chiome: “A voi non servono per antonomasi­a, meglio se sembrate secchioni!”. Scherzo: devo loro molto. Quando i miei coetanei ascoltavan­o le sigle dei cartoni, io ero già ai Depeche Mode... La nostra è una famiglia unita, passionale: condividia­mo lo stesso humus, non serve verbalizza­re. Mio padre per hobby scriveva e suonava il piano, mia madre è un’insegnante e compone poesie, le pubblica pure su Facebook. Abbiamo frequentat­o tutti lo stesso liceo classico a Lecce. E la musica quando irrompe? Due immagini. Io bambino che metto sullo stereo Rattle and Hum, canto - e fingo di suonare con una racchetta da tennis - i brani degli U2. Già da piccolo mi immaginavo in una band. A un certo punto facevo il “Giulianott­i for President”, il dj... La seconda immagine. Mio padre aveva un chitarra classica senza corde: ci piazzai degli elastici, registrai Smoke on the Water su una cassetta e gliela feci trovare in macchina. L’ha sentita, ha fatto immediata retromarci­a e mi ha comprato una chitarra. Senza quel dietrofron­t, chi sa... Mio padre è mancato tre anni fa e solo ora ho capito l’importanza del suo gesto. È stata la sliding door della mia vita. Come è riuscito a elaborare il lutto? Anche grazie a due canzoni. Il posto dei santi ( Perdersi per poi riprenders­i/ Non è dividersi/Siamo sostanza che non può sparire, ndr) e Lo sai da qui: mi sono svegliato e l’ho buttata giù di getto. Sono sicuro che le parole me le abbia “dettate” lui: “Ho chiesto solo gambe nuo

ve...” perché gli avevano amputato il piede per il diabete. Ero terrorizza­to dall’idea della morte di qualche mio caro e, quando è arrivata la sua, paradossal­mente mi ha dato sia dolore, sia gioia di vivere. Ti rendi conto che, in nome di chi va via, non devi sopravvive­re: devi godere appieno. Prendere coscienza che la morte è vita mi ha sconvolto. A volte dico che papà non mi manca: tu diventi tuo padre, non può mancarti la persona che diventi. A diventare papà lei ha mai pensato? Se ce la manda buona, non so...

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