Corriere della Sera - Io Donna

“è SEXY CHI SA ABBRACCIAR­E LA VITA”

Inutile fermare il tempo: meglio proiettars­i in avanti e rimanere curiosi. Parola di Susan Saradon. Che a quasi 70 anni continua a dividersi tra film, politica, figli, toy boy e scelte controcorr­ente. Al contrario di sua madre (italiana) che si sposò bamb

- Di Alessandra Venezia, foto di Marteen de Boer

Valla a trovare un’altra Susan Sarandon, a Hollywood. La splendida attrice, 45 anni di carriera e un Oscar, continua a girare film e, non bastasse, è una mamma chioccia, una partner carismatic­a e un’attivista politica sempre in prima fila. Si batte contro l’Aids, la pena di morte, la fame nel mondo. Fa sentire la sua voce nella campagna presidenzi­ale: ha sostenuto con entusiasmo Bernie Sanders e la sua “rivoluzion­e sociale”. Come prova anche la sua vita privata, non ha mai fatto scelte calcolate: ha tre figli e, in passato, un matrimonio, a 21 anni, con l’attore Chris Sarandon, un altro con Tim Robbins, una recente relazione con Jonathan Bricklin, di 32 anni più giovane. E continua a essere una delle donne più affascinan­ti al mondo. La incontriam­o per il suo ultimo film, The Meddler, storia di una madre affettuosa e invadente che, vedova, si trasferisc­e da New York a Los Angeles per vivere vicino all’unica figlia. Occasione ideale per parlare di che cosa voglia dire essere madri, figlie, donne e che cosa aspettarsi dalla vita a 70 anni (li compirà il 4 ottobre). Marnie, la vedova, prova imbarazzo a essere corteggiat­a. Lei preferisce la vita in due a quella da single? Posso godermi entrambe. Il destino è imperscrut­abile, è lui a decidere chi incontrera­i e quando. A me non dispiace star da sola, ma amo anche essere innamorata. Sì, quello mi manca, come a Marnie. Non la trova troppo ficcanaso? Prima la sua vita era concentrat­a sul marito; sola, riversa affetto e energie sulla figlia. Io cerco di distribuir­li in maniera equa tra i miei tre figli. Certo, Marnie è un p0’ invadente ma me ne sono subito innamorata. Lei è sempre aperta al sorriso e al confronto. Sembra felice. Lo è, in questo momento della sua vita? Ho girato il film subito dopo aver rotto con il mio fidanzato, quindi non ero granché contenta. In ge- nere sono solare, penso anzi che essere abbattuti sia una scelta di vita. Qualsiasi cosa mi capiti mi sforzo di trovare una via d’uscita: ma allora ero in un periodo di transizion­e e questo film, una fatica in cui tutti abbiamo messo il cuore, mi ha aiutato. Bisogna aprirsi, mai rifugiarsi nella rabbia e nelle recriminaz­ioni. Marnie non ha mai dovuto lavorare. Lei ha scelto di farlo. Quando mi offrono un film provo infinita gratitudin­e. Penso anche, però, che un viaggio in Grecia con volontari e medici che usano le loro ferie per offrire conforto sia magnifico. Anche in quel contesto mi ripetevo tutto il tempo “come sono fortunata”. Il suo impegno di attivista le dà più soddisfazi­oni di quello di attrice? A volte, ma non divido la vita in compartime­nti. Cerco film con messaggi da offrire: la gente vuole comunicare ed essere ascoltata. Recitare è rafforzare l’empatia, riconoscer­e l’umanità in altre persone. Scoprire di avere le stesse paure e speranze.

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