Corriere della Sera - Io Donna

UN’ITALIANA PER CHANEL

La prima voltach eh ainc on trat oK arlLagerfe­ld, ALESSANDRA MASTRONARD­I era così emozionata che è riuscitaad­irgli solooui. E anche oggi, che è ambasciatr­ice della celebre mai son, quando vede il kaiser soffre di “ansia da prestazion­e”. E pensa a Fellini

- di Candida Morvillo foto di Andrea Gandini per Io donna

“L'eleganza è quando il vestito non sovrasta la persona. Io però in genere indosso jeans, maglietta a righe, blazer nero e sneakers: è la mia divisa, mi fa sentire nella comfort zone” “Da piccola, tra gli abiti di mia madre il mio preferito era quello da sposa. Ora sto aspettando che Liam mi faccia la proposta. Ma in privato. Non come Fedez e Chiara all'Arena di Verona”

ALondra, dove vive da un anno, è facile incontrarl­a inmetropol­itana. A volte, qualche italiano la riconosce. «Mi guardano. Per dieci secondi non parlano, poi capiscono che sono io. Allora, loro ridono, io rido». Alessandra Mastronard­i, 31 anni, amamuovers­i a piedi, vivere la sua nuova città, quella dove si è spostata per amore di Liam McMahon, l’attore irlandese conosciuto sul set della miniserie Titanic. «Liam vive qui da vent’anni», spiega. «Per il lavoro, nonavevase­nso che venisse lui a Roma». Pausa. «Poi, forse, siamo sempre noi donne quelle che hanno il coraggio dei passi importanti». Èfrequente­che, quando unitaliano laincro ciainmetro, Alessan draindossi jeans, maglietta a righe biancheene­re, blazernero, sneakers: «È lamia divisa, il look chemi aiuta a ricreare la mia comfort zone». Vale la pena specificar­lo, dato che nelle foto di queste pagine veste invece abiti da sogno. Alessandra è ambasciatr­ice di Chanel, come in passato lo sono state Romy Schneider, JeanneMore­au. La ragazza che interpreta­va Eva nei Cesaroni di Canale 5 è oggi un’attrice internazio­nale. Due anni fa, Anton Corbijn l’ha voluta in Life, con Robert Pattinson. La sua agenzia, a Los Angeles, è la stessa che rappresent­a George Clooney, Nicole Kidman, HelenMirre­n. Cela portòAlec Ba ldwin,ch el’ aveva conosciuta sul set diToRome with Love, diWoodyAll­en. Su Netflix, adesso, è in Master

of None 2, con il comico AzizAnsari che, dopo il successo della prima serie, se ne andòaModen­a per im- parare a fare i tortellini. Lì scrisse il seguito, inventando il personaggi­o di Francesca, chef ala pasta e ha il volto di Alessandra. I due, insieme, hanno scritto il nono episodio: «Ci homesso lemie canzoni, come

Amarsi un po’ di Lucio Battisti. Sono fiera di portare in giro un po’ di cultura italiana», si entusiasma lei. Anche nelle battute Alessandra ci ha messo del suo. Conosce l’ironia anche quando si racconta.

Il primo incontro con Karl Lagerfeld, per dire, lo ricorda come un disastro :« Ero così emozionata che mi parlò in francese e non ebbi il coraggio di dirgli che non lo capivo. Ripetevo “oui, oui”. Eravamo a una sfilata, aveva ricostruit­o un caffè con una cura da film. È un visionario come lo era Fellini. Ancora oggi, con lui, ho l’ ansia da prestazion­e, non riesco mai adire nulla d’ intelligen­te ». Ride, Alessandra. Un’altra volta, a Cannes,Karll ave de con un suo abito. Le fa :« Carino, pensavo non stesse a nessuno ». E lei, silenzio. Alessandra, che è minuta, sa scherzare sul fatto di non essere una stangona: «È un problema solo quando metto abiti da sera nati perle modelle e devo aiutarmi con tacchi altissimi. I tacchi sono i miglio riamici delle donne ». Dice che «l’eleganza è l’abito che non sovrastala persona ». Era in jeans quando ha marciato controDon aldTrump,a Londra e a New York: «Tutto quello che afferma sembra far tornare indietro la democrazia. Sulla Fifth Avenue, c’era talmente tanta gente e la protesta era così sentita che era impossibil­e non partecipar­e. Ho visto signore piangere, una città in lutto. Io ero molto arrabbiata ». A Londra, poi, ha vissutolo psicodramm­a Brexit: «Ora il trauma è riassorbit­o, ma i miei primi mesi sonostati insalita. C’eranodicer­ie sugli stranieri che, se non facevano reddito, da lì a cinque anni sarebbero stati cacciati, Londra era grigia e la convivenza era un’esperienza nuova. Vivevo da sola da quando avevo 21 anni: io e Liamci siamodovut­i adattareai tempi, agli spazidell’altro. È un gioco delle parti, a chic e dee a chilo fa per primo ». Ora non è escluso il matrimonio, l’ abito bianco, il sogno di ogni bambina. Anche il suo :« Da piccola, provavo sempre i vestiti di mamma e il

“Da ragazzina facevo shopping compulsivo. Nei giorni no, compravo qualunque cosa. Ora provo tutto, ma non compro niente. E di giornBte no in eșetti ne ho sempre meno”

mio preferito era quello da sposa», ricorda. La proposta non è arrivata, ma lei - confessa - ci spera. Quando ha visto F ed ezing inocchiars­i davanti aChiaraFer ragni all’ Arena di Verona si è commossa. Peròne ride, anche :« Vorrei cheLiamme lo chiedesse con meno pubblico ». Il matrimonio sarà in Italia :« Rom ami manca. Da lontano, ne vedo solo i pregi. Mimanca il calore e il colore. Quel rosso ambrato, che pervade tutto per viadella tintadei palazzi, mi fa sentire a casa». Ci torna quando può. In valigia, il ca poche non manca mai è il tubino nero :« Cambi un accessorio e diventa da sera oda cocktail ». Per il resto, i suoi colo risono tre: nero, bianco, blu. Poi ci pensa. Pausa .« Anche grigio, a volte le nuance snaturali: la mattina non ho venti minuti per abbinare i colori. E certi giorni non mi va di urlare il mio nome e cognome a tinte forti». Ha disimparat­o anche lo shopping impulsivo: «Da ragazzina, nei giornino, compravodi tutto. Oggi, sela giornata è andatamale, provo qualunque cosa, ma la lascio lì». Un’al-_ trapausa. «Ineffetti, giornateno­ne ho sempremeno».

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