Corriere della Sera - Io Donna

COM’è FINTO IL PARADISO

Spiagge tropicali in Giappone, castelli medioevali in Nevada, isole caraibiche in Germania: si moltiplica­no nel mondo i “non luoghi” delle fake holidays, colorati PAESAGGI dove tutto è artificial­e. Regni dell’illusione che permettono a chiunque di sentirs

- diDomenico­DeMasi

In principio fu l’entertainm­ent e, con esso, Las Vegas nel deserto del Nevada. Capostipit­e e regina delle fak eh oli days,natan ella metà dell’Ottocento come insediamen­to dimissiona­ri mormoni, autorizzat­a al gioco d’ azzardo nel 1931, oggi questa SinCity significa, per eccellenza, città kitsch e pop, azzardo, bizzarria, reality-show, rapide fortune e rapidi tracolli, soldi, soldi, soldi.

Poi, nel 1993, venne Se a gaia Oc ean Dome, il piùgrande parco acquatico navigabile del mondo, situatoaMi­yazaki, inGiappone, con 1,2milioni di visitatori all’anno attratti da un finto vulcano spumeggian­te, un finto mare navigabile con 13.500 tonnellate di acqua, onde alte otto metri, sabbia artificial­e e un tetto a scomparsa capa cedi assicurare il cielo azzurro anche nei giorni di pioggia. Las Vegas vuole fornire al capitalism­o puritano dell’America opulenta una valvola di sfogo, un porto franco dove, vietatala prostituzi­one, tutto il resto si può prostituir­e. Lo scenario ideale in cui Coppola ambientò Il pa

drino II, Scorse se girò Casinò e do velo spreco, lo shopping, la dismisura trovano riscontro nei drive in, nei mega-resort, nella cartelloni­stica sguaiata, nel neon e nei laser accecanti, nella musica a palla, nell’effimero elevatoast­ile.

Las Vegas è una Sin City interclass­ista, dove il grande investitor­e convive con il poveraccio alle prese con le slotmachin­e. Ma, nipoti di LasVegas e figlidiSea­gaia,

vi sono ormai in tutto il mondo dei cloni che cercano di imitarne lamiliarda­ria appariscen­za regalando un giorno da leoni ai piccoli borghesi in cerca di emozioni forti. Sono i non-luoghi delle fakeholida­ysdove tutto è fasullo, illusorio e sopra le righe. Dove una classemedi­a sfiancata dalla crisi può travestirs­i da élite per un paio di giorni, dove chiunque può illudersi di essere un astronauta anche sedi solito viaggia in treno di seconda classe, o può giocare a fare il turista ai Caraibi mentre a stento può permetters­i un bagno a Ladispoli, o può fing eredi sciare a Cortina, mentre non è mai andatone ppurea Pescassero li.

Così queste metastasi di Las Vega sedi Seagaia, disseminat­e su tutto il pianeta, consentono agli stupefatti frequentat­ori false esplorazio­ni cosmiche in V est fa lia; surf e canoa nel Ba de n-Württember­g;p almee spiagge tropicalia Berlino; grotte-rifugio a Vienna; fiumi artificial­i in Florida; piramidi egizie, torriEiffe­l, Versailles in miniatura, aircraf te castelli transalpin­i in Giappone. Ma abbiamo il diritto di sentirci offesi nella nostra sensibilit­à estetica da questi non-luoghi che trasudano kitsch? Quando tutti i benpensant­i storcevano il naso parlando di Las Vegas come di un’abominevol­e americanat­a, un autorevole architetto e urbanista italiano - GiancarloD­eCarlo - neprese ledifese sostenendo­che, proprio grazie alle pacchiana tedi questa città, è entrata nel nostromodo di vedere e di comunicare una nuova forma estetica grazie alla quale ci è finalmente chiaro che l’ arte può essere anche espression­e dico seir rilevanti o goffe o brutte o triviali.

All’inizio fu Las uegas, l’F NFro FlFvBUo B sUJlF Sin City interclass­ista in cui il miliardari­o sogna BccBnUo Bl povFrBccJo EBvBnUJ BllF sloUNBchJn­F

Subito dopo, unarchit etto americano altrettant­o f amos o-Robert Venturi-addirittur­a sostenne che da Las Vegas abbiamo molto da imparare. Essa, infatti, con la sua forza originale e dirompente, dimostra che ogni città è complessa e contraddit­toria, capa cedi provocaree realizzare nuove idee, creare e attivare nuovi mercati. Nel prossimo futuro-profetizza­va Venturi-tutte le metropoli del mondo somigliera­nno sempre più al “modello” LasVegas.

I luoghi delle fake holidays illustrati in questo servizio dimostrano che aveva visto giusto. Anche qui, nei falsi campi di neve, nelle false regge di Versailles, nelle false cascate, incontriam­o l’eccesso di colori, di forme, di accostamen­ti, di stili.

Entriamo in un’architettu­ra euforica che manipola chiunque vi abiti, inducendol­o alla regression­e infantile, allo stupore illusorio, aun’esperienza ludica e senza senso dove diventa difficile distinguer­e il vero dal falso, ilbellodal­brutto, il benedalmal­e. Ci piaccia o no, questi luoghi si moltiplica nodi giorno in giorno in tutto ilmondo; milionidi bambini vi vengono condotti e qui, senza accorgerse­ne, formano il loro gusto estetico; milioni di adulti vi accorrono per illudersi di starealtro­veedi esserealtr­i.

È il trionfo di un’architettu­ra che induce alla regression­e infantile: uno scenario EPWF Ã EJ DJMF EJTUJOHVFS­F il bello dal brutto

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? Versailles in miniatura al Tobu World Square, parco a tema di Kinugawa Onsen, Giappone. A sinistra, due passi su Marte a Movie Park Germany, Bottrop.
Versailles in miniatura al Tobu World Square, parco a tema di Kinugawa Onsen, Giappone. A sinistra, due passi su Marte a Movie Park Germany, Bottrop.
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy